CAVALLONE
Scuola Panoramica. Il concetto architettonico si costruisce intorno a due suggestioni contrapposte. All’esterno una famiglia di volumetrie pure si aggregano in una composizione bilanciata, denunciando alterazioni sia in pianta che in alzato. Un sovrapporsi di piani verticali che dialogano con la luce del sole e con le ombre degli alberi. All’interno si recupera l’immagine dell’incedere delle onde, sospese al di sopra del sistema di spazi comuni che rappresentano la colonna vertebrale del progetto. Questa conformazione vuole guidare il bambino attraverso tutto l’edificio, per suggerire un racconto di apprendimento.
Come per l’erosione degli scogli si generano una concatenazione di dilatazioni e restringimenti, episodi che stimolano e confortano i fruitori.
In questa direzione la scuola viene intesa come contenitore di sorprese, un organismo da scoprire e da attraversare. L’intervento si pone come segno rigoroso ma vivo, capace di riassumere il principio di rallentare per capire, di vivere esperienze personali, cullati dalle onde morbide del mare.
Incedere sul paesaggio. L’inserimento dell’organismo scolastico si manifesta come un oggetto aggregato bilanciato al lotto di progetto, disteso sulla vegetazione. Questa conformazione ricerca una sinergia tra l’intervento umano dell’architettura e l’organicità degli spazi esterni. Il continuo scambio dei volumi della scuola con il rigoglioso giardino esistente risulta essere il primo dei principi didattici che si cerca di comunicare con il costruito. Un incedere placido fatto di arretramenti ed avanzamenti che ritaglia punti di vista, acuisce il contatto con il verde e vivacizza il concetto della soglia, punto di comunione tra natura e artificio. L’accesso principale al corpo di fabbrica viene concepito baricentrico all’intervento, per ottimizzare e controllare facilmente i flussi interni.
Impianto,regola e complessità. Le volumetrie stereometriche maneggiate si confrontano tra loro, così da ricercare una armoniosa complessità e rispondere dettagliatamente agli spazi richiesti dal programma. Il principio compositivo in questa maniera non ha ricercato una soluzione formale che contenesse gli ambienti, uno spazio dove confinare le richieste, ma è stato modellato punto per punto in modo da assecondarle serenamente, senza aggiustamenti. Variazioni in pianta ed in alzato stabiliscono un dialogo equilibrato, un pattern che compone un edificio con molte voci, ma una sola lingua. Questo grado di libertà che influisce sulla dinamica del progetto e ne enfatizza le varie componenti è in realtà racchiuso all’interno di una maglia ortogonale rigida e definita.I fili strutturali dettano l’impianto in modo da far emergere la lettura dell’impegno compositivo a cui la proposta ha cercato di attenersi. Si è evitata una aleatorietà disinibita e gesti di maniera per mantenere il controllo chiaro dell’edificio e dei principi costruttivi ai quali si attiene.
I fronti, schermi cangianti. La percezione che si ha dell’edificio avvicinandosi da Via Panoramica costituisce un punto nodale del concetto urbanistico. Un complesso candido, che vibra sotto l’azione della luce. La morfologia dell’involucro, che all’apparenza può sembrare una superficie continua uniforme, si costruisce di una doppia pelle in listelli di laterizio smaltati. Questa soluzione oltre a condizionare la bioclimatica dell’edificio gli attribuisce un’infinità di sfumature ed un sistema di riflessi che arricchiscono l’architettura attraverso l’interazione con il sole. Inoltre la folta vegetazione arborea esistente rappresenta un sistema di quinte sceniche che lasciano intravedere la scuola, rinforzando il contrasto tra le ombre delle chiome e il bagliore dell’edificio, che si staglia aldilà di queste. Una presenza confortante che accoglie le ombre degli alberi e li mette in risalto per rimarcarne l’importanza.
Sistemazioni esterne, morbida fluidità. In ordine a queste considerazioni le sistemazioni esterne mirano a conservare per quanto possibile le specie esistenti. Inoltre il disegno fluido degli spazi di pertinenza cerca di rafforzare l’importanza dei manti verdi e incanalare le dinamiche urbanistiche di accesso ed utilizzo della scuola. Questi segni che rompono l’esattezza dei fronti polarizzano diverse attività complementari ma non secondarie all’intervento. In particolare, oltre le aree pavimentate di accesso rivolte su Via Panoramica per un utilizzo flessibile ed extrascolastico degli spazi, emergono l’area per l’educazione all’orto e il teatrino all’aperto. L’insieme di queste scelte mantiene come principale intento l’enfasi sul gioco, sulla voglia di comunicare l’entusiasmo di vivere questi spazi e di scoprirne quelli interni.
La sorpresa come incipit all’apprendimento. L’interno dell’edificio si presenta come una sorpresa racchiusa dai volumi, un contenuto che naviga nell’immaginario dei fruitori e li conduce sulle onde del mare. Il lavoro dedicato alla messa a punto della pianta e degli ingombri nasconde un concetto architettonico diffuso su tutta la scuola. L’obiettivo di questa progettazione è di trasformare l’intero edificio, oltre all’esterno, in un’unica grande unità di apprendimento, composta da episodi e variazioni. L’idea si concentra nella manipolazione delle sezioni degli spazi comuni e di distribuzione. Compressioni e dilatazioni stimolano l’attraversamento della scuola che si trasforma in un oggetto dinamico cullato dalle onde. L’intradosso di ambienti chiave viene lavorato con controsoffittature che formano superfici dinamiche in modo da evidenziare punti focali che tessono un sistema continuo in pianta. Questi spazi sono rappresentati dagli ambienti interciclo (due più l’atrio al piano terra, ed uno al primo livello), dalla palestra e dal laboratorio polifunzionale.
Pedagogia diffusa, slow school moved roof. Il percorso pubblico, intervallato da queste soste che ne polarizzano l’attenzione, diventa il modello di apprendimento in cui i fruitori sono sottoposti a continui stimoli ed esperienze differenziabili. Slow school segue il concetto di rallentamento su cui il modello didattico basa il focus di un’educazione che vuole indugiare, accompagnata dal flusso morbido degli ambienti di distribuzione nei quali soffermarsi.
Programma,organizzazione degli spazi. Il programma è stato suddiviso differenziando i due cicli della scuola elementare: prime, seconde e terze a piano terra, quarte e quinte al primo piano. All’ingresso un doppio volume evidenzia il nucleo centrale dell’impianto, unica porzione a due livelli dell’edificio, e permette ai fruitori di raggiungere all’estremità di un lato la palestra e all’altra la mensa ed il laboratorio polifunzionale. Le aperture praticate sui prospetti dotano ogni spazio di una grande superficie vetrata, come una scena che si apre verso il giardino della scuola. Il sistema di arretramenti ed avanzamenti enfatizza questa sensazione di enclosure e protezione, definendo una permeabilità riparata verso l’esterno.
Ruolo comunitario, una scuola policentrica e flessibile. Il sistema di accessi è rivolto su Via Panoramica ed è stato concepito anche in prospettiva di un utilizzo extrascolastico dell’edificio. Infatti, oltre al percorso principale ne emergono due secondari: il primo che permette di utilizzare la palestra autonomamente, il secondo conduce al laboratorio polifunzionale ed a un ingresso di servizio per il carico scarico della mensa. Questa flessibilità si riflette all’interno con facili compartimentazioni della pianta, che garantiscano unità indipendenti dotate di spazi filtro e servizi igienici. Le configurazioni possibili della pianta rivolgono alla comunità una possibilità dinamica e policentrica di utilizzo, che può ospitare contemporaneamente più eventi senza invadere tutti gli ambienti della scuola.