LOZZO FOOD FACTORY
La curiosa morfologia dei Colli Euganei è il principale tratto distintivo di questo comprensorio montuoso. La singolare origine di queste colline, derivata da fenomeni vulcanici e la condizione climatica del territorio, hanno contribuito alla coltivazione della vite e dell’ulivo. L’ economia dei Colli Euganei è basata sopratutto sul TURISMO sportivo, termale e ENOGASTRONOMICO basato sulla produzione di vino, di olio d'oliva, del radicchio, dell’asparago, sull’allevamento delle carni bianche e sulla produzione di formaggio. Il paesaggio vitivinicolo e le eccellenze dei prodotti tipici sono i punti di forza su cui Lozzo Atestino può far leva per sfruttare il più ampio indotto economico rappresentato dal Parco Regionale dei Colli Euganei. Per questo la proposta per la riqualificazione dell’ex fabbrica Fischer punta ad intercettare il flusso del cicloturismo e degli amanti della degustazione di vini, per proporre la CASA DEL GUSTO: un luogo in cui i visitatori possono scoprire e ritrovare le eccellenze enogastronomiche del Parco dei Colli Euganei. Non solo un punto vendita di prodotti ma un luogo dove conoscere e promuovere il paesaggio attraverso il cibo e le sue uve.
L’ex fabbrica Fischer è potenzialmente collegata al cuore di Lozzo Atestino attraverso un percorso ideale che giunge fino a Piazza delle Fratte e al Municipio. La sua posizione, quindi, è strategica per ripensare questo volume e la relazione con lo spazio pubblico urbano. Sulla base di queste premesse, il progetto trasforma l’ex fabbrica a partire anche dal suo aspetto esteriore, attraverso un ripensamento dei sui prospetti, e del suo “presentarsi” alla città. La trasformazione dell’impianto planimetrico dell’edificio e il restyling della FACCIATA, diventano occasione per rappresentare un’attività che integra l’ambiente circostante al suo interno. Il rifacimento dell’involucro e l’apertura di nuovi lucernari in copertura sono interventi fondamentali per contribuire alla ri-funzionalizzazione dell’ex impianto produttivo. La riqualificazione ha un duplice obiettivo: coniugare l’autosufficienza energetica e il rinnovamento dell’immagine dell’edificio, che attraverso l’assenza di perimetro, si integra nel paesaggio cittadino ponendosi come elemento di dialogo “ideale” tra lo spazio pubblico e i boschi del monte Lozzo. Il progetto si sviluppa come un’estensione di habitat differenti che generano il nuovo habitus aziendale: Lozzo Food Factory.
Per la riqualificazione del piazzale antistante, abbiamo considerato il SUOLO come un paesaggio. L’asfalto è scarificato per introdurre elementi di naturalità. Il pattern utilizzato permette di non definire le aree con confini precisi, bensì mantiene l’idea di un GRADIENTE, che a seconda della sua densità o rarefazione direziona i flussi e gestisce gli ambiti.
Lo spazio interno celebra la NATURA. Un viaggio esperienziale, che è anche una riflessione sul rapporto tra la vita urbana in città. La rivoluzione di questa operazione sta nel fatto che è un modello REPLICABILE e SOSTENIBILE, che può essere ESPORTABILE in realtà similari.
Nel processo di rigenerazione il paesaggio urbano è un elemento imprescindibile, sia per il contributo ecologico sia per il suo apporto sociale. Per questo il recupero del complesso industriale è l'occasione per realizzare nuove superfici e spazi verdi. L'introduzione di elementi di naturalità in un'unica composizione organica restituisce uno spazio interno, in cui la vegetazione diventa un valore aggiunto. Un edificio che "respira", vivo e attivo che ospita al suo interno un micro paesaggio.
Come isole in mezzo alla pianura Padana, la configurazione dei colli Euganei ha ispirato la composizione formale del progetto, che re-interpretandone l’orografia propone un assetto planimetrico DINAMICO.
Un luogo che si rivolge sia ai turisti, sia ai cittadini, attraverso spazi CO-WORKING in grado di autosostenersi economicamente, affittabili in modo agevolato per liberi professionisti, neolaureati o giovani creativi, un BOOK CAFE’ dove poter leggere riviste e libri a disposizione dei clienti. Aree relax con wi-fi gratuito. Un polo attrattivo anche e soprattutto per Lozzo Atestino.
All'interno l’utilizzo di piante esotiche, non solo autoctone, riflette la diversa esigenza microclimatica, ma soprattutto integra il concetto del NUTRIMENTO e del cibo su cui è incentrato il progetto. Molte delle piante scelte producono semi e frutti che vengono utilizzati in cucina, (come ad esempio la cannella o il pepe nero ecc). Queste sempreverdi possono crescere all’interno della factory in maniera soddisfacente, grazie alla presenza di molte superfici finestrate e di lucernari che garantiscono un buon livello di irraggiamento.
Secondo un principio di SOTTRAZIONE il paramento murario è sostituito da un involucro smaterializzato. Un rivestimento microforato filtra la luce come la volta arborea di una foresta, un dispositivo che rende labile la distinzione tra interno ed esterno. L’eliminazione delle pareti perimetrali e divisorie esistenti, libera il corpus strutturale dell’edificio che appare nella sua franchezza: pilastri e travi che sorreggono le coperture industriali a shed e a botte.
La totale apertura dello spazio interno, la leggerezza dei nuovi padiglioni e il loro distacco dalla struttura esistente, inducono a percepire lo spazio in modo più ARIOSO e LUMINOSO. La POROSITÀ è il principio compositivo dello progetto. L'idea d'insieme che traspare è l'assenza di limiti fisici: lo spazio interno visivamente fuso con l’esterno, attraverso l’involucro vetrato, permette alla struttura di proporsi alla città in modo PERMEABILE e APERTO.
Lo spazio interno è progettato pensando alla CIRCOLAZIONE delle persone in flussi non convenzionali, pertanto la geometria esistente dell’edificio con le pareti divisorie è stata sostituita da FORME MORBIDE, che invece di ridurre le possibilità spaziali prendendo distanza dal comportamento umano, utilizzano il comportamento umano per modellare l’architettura. L’assetto planimetrico mantiene la griglia regolare della struttura esistente inserendo dei nuovi padiglioni dall’involucro opalino. L’ARCIPELAGO di volumi con dimensioni differenti è pensato per creare un unico spazio FLUIDO, in cui l’articolazione di funzioni differenti, produce spazi in between che invogliano la circolazione e creano ambienti con gradienti di intimità diversa.
La ricchezza di questo schema compositivo risiede nell’indeterminatezza dei VUOTI, nella loro capacità di adattarsi ad eventi differenti. La concezione spaziale di gruppi di ISOLE TEMATICHE è pensata per abbracciare la flessibilità potenziale dell’uso dello spazio: essendo strutture a secco, i padiglioni possono ridursi o intensificarsi secondo le necessità.
Un fattore essenziale è la LUCE: il rivestimento opalescente di policarbonato bianco, infatti, permette alla luce naturale di filtrare durante il giorno e converte il volume in una grande LANTERNA di notte. La superficie opalina di facciata può essere utilizzata anche come display su cui visualizzare animazioni o pubblicizzare eventi, ma può servire anche come supporto per la proiezione di film per il cinema all’aperto estivo, a servizio della comunità.