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Progetto Milano/Bovisa per la XVII Triennale di Milano

Punto di partenza e di principale ri­ferimento del presente progetto è il processo di degrado e di progressi­vo abbandono delle aree edificate (specialmente industriali, ma anche artigianali e residenziali) disposte lungo le linee ferroviarie che, dall'a­nello dei gasometri a nord-ovest del­la Bovisa, arrivano fino al grande vuoto delle ex Varesine, attraverso un altro grande vuoto: quello della parte nord dello scalo Farini.
Il progetto guarda questa trasforma­zione, questa grande porzione di città che si svuota, come una straor­dinaria occasione tecnica per la città. Per una volta la "pura prospet­tiva tecnico-economica del profitto" che governa la crescita della città è andata a coincidere con la precetti­stica canonica dell'urbanistica funzionalista (nella fattispecie il model­lo della città radiale: la città mono­centrica interrotta dai cunei di ver­de teorizzata da Eberstadt, Mòh-ring e Petersen negli anni venti). E ha fatto sì che, senza l'aiuto deter­minante di un piano, nel tessuto edilizio più compatto ed esteso che si possa concepire, si aprisse un varco tanto ampio e profondo quan­to inaspettato.

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