MAXXI Signage
Zaha Hadid ha creato un edificio interamente realizzato “su misura”, caratterizzato da forme sinuose e geometriche, da volumi che si staccano dall’edificio principale per affacciarsi alla città, dal cemento a vista, dalla modulazione della luce naturale, vera protagonista delle sale espositive, dall’utilizzo del bianco in ogni sua sfumatura. La richiesta della Fondazione Maxxi per il progetto di segnaletica interna/esterna è stata quella di non inondare la struttura di informazioni, di dare le indicazioni essenziali in modo chiaro, visibile ma non invasivo.
Per questo motivo l’intervento progettuale è stato concepito nel rispetto delle forme architettoniche; gli elementi strutturali sono stati pensati a partire dai concetti di luce/ombra, pieno/vuoto, forme rigide/organiche che caratterizzano l’architettura.
All’esterno era necessario caratterizzare il luogo senza intervenire sul cemento. Il logotipo MAXXI è stato dipinto fuori scala sulle cancellate perimetrali, in bianco e nero, quasi ad indicare l’inizio di un percorso che dalla strada accompagna alla piazza interna e poi all’ingresso.
Le vetrate perimetrali dell’edificio, da segnalare per motivi di sicurezza, sono diventate superfici comunicative, decorate con aforismi e citazioni rubati all’arte e all’architettura contemporanee. Le lettere e le parole sono tagliate nella loro silhouette originaria in un modo che ricorda le linee nette dell’edificio e incuriosisce il visitatore.
Una volta nella hall, l’ospite è accolto dal grande pannello full color da interno (led passo 6) visibile a luce diurna. Disegnato appositamente e configurato come superficie lineare curva, segue l'andamento della parete sulla quale è posizionato. Offre in tempo reale informazioni, immagini e suggestioni relative alle mostre in corso, a convegni e iniziative che si svolgono nel Museo o nell'auditorium.
Tutte le strutture interne, modulari, segnalano le macro aree (MAXXI Arte e MAXXI Architettura), le gallerie, le sale espositive, i servizi. Hanno forme tagliate ad onda nella parte superiore, frecce in rilievo, tagli nella struttura. Alluminio e MDF, plasmati in forme morbide e sinuose o in strutture angolari che avvolgono le pareti, sono stati manipolati con tagli netti e sovrapposizioni di spessori. Gli elementi segnaletici, bianchi su pareti bianche, si percepiscono attraverso ombre e volumi. Posizionati distanziati o attaccati al muro a seconda della loro funzione, sembrano scaturire dalla parete, diventando un tutt’uno con l’edificio.
Le cinque gallerie espositive che si snodano sui tre livelli “fluidi” del Museo sono identificate da una mappa generale tridimensionale e dal corrispondente numero progressivo. Sulla mappa, in MDF laccato bianco, è evidenziata la collocazione della galleria corrispondente (laccata nera, in rilievo). I numeri non sono altro che volumi bianchi, in forte aggetto, materici, la cui superficie è segnata da righe di forte spessore il cui andamento è un richiamo all’inclinazione della galleria cui fa riferimento e ai “binari” che segnano i soffitti delle gallerie.
Quando diventano indicazioni di percorso i numeri vengono scalati e accompagnati da frecce direzionali, senza comunque perdere la loro matericità.
Spazi entusiasmanti da visitare ma, soprattutto, in cui è bello perdersi (per poi ritrovarsi). Un omaggio a Roma, città della luce, “città dorata”.