Piazza Matteotti è una superficie stretta e lunga lievemente ma sensibilmente in pendenza dominata da due file di alti edifici. La strada statale che collega tutta la valle è il “quarto lato” che ne rompe la forma quasi rettangolare aprendola al fiume ed ai monti olivati della sponda opposta. Il profilo altimetrico dei due fronti predominanti proiettato sul suolo come un'ombra trasmette al disegno “orizzontale” il gioco di volumi dei fabbricati. La superficie della piazza diventa un reticolo di segni a terra che rimanda alle crepe del fango argilloso essiccato al sole, così come alla craquelure di un certo tipo di ceramica, arte di cui il paese è vera e propria galleria all'aperto. Un grande cretto che raggiunge dimensioni di paesaggio. Il disegno bidimensionale acquisisce la terza dimensione, le linee acquistano profondità e il suolo si trasforma in una superficie dove crepe di diversa dimensione seguono un ordine dettato dal “luogo”. Le aiuole, segnando un piano orizzontale ideale in contrasto con la pendenza della piazza, allargano e approfondiscono il solco mettendo in risalto lo spessore di quella che normalmente viene percepita come una semplice superficie. La panca, per contrasto di tensioni, fuoriesce. I piccoli olivi, essenza dominante del paesaggio circostante, come germogli fuoriescono dalle crepe per riappropriarsi del luogo entrando nel sottile gioco volumetrico del disegno e annunciandosi all'improvviso nel lungo allineamento costruito della via lungofiume.