Interni Casa G
Il progetto per casa G prevede una revisione generale degli spazi interni, in particolare vi era l’esigenza da parte della Committenza di suddividere la residenza in due unità immobiliari indipendenti che potessero mantenere la possibilità di ricollegamento futuro. L’intervento progettuale si è volutamente limitato a non stravolgere le caratteristiche dell’immobile in stile liberty valorizzandone le peculiarità, inserendo elementi d’arredo disegnati su misura e con la realizzazione di nuove superfici.
L’immobile in stile liberty, d’influenza lombarda, risale ai primi anni del secolo scorso. Una caratteristica del manufatto è quella di una grande cura nella scelta dei materiali e un estrema sensibilità nel loro accostamento. Questo immobile rappresenta un esempio e una testimonianza storica, conserva, infatti, al suo interno, molti elementi dell’epoca, un disegno in pianta smussato e morbido, che in assenza di corridoio sviluppa gli ambienti in stanze contigue tra loro, legni per pavimento originali, posati a lisca italiana di rovere massello e bindello in wengé, porte e serramenti in vetro soffiato con legatura a piombo, graniglie e paste cementizie in polvere di marmo e oggetti di arredo in stile decò, tutti elementi che connotano e caratterizzano il manufatto che hanno richiesto rispetto e attenzione nelle scelte progettuali.
L’assetto della parte sud era quello di avere un salotto unito alla sala da pranzo mediante una porta scorrevole a due ante in vetro soffiato e legata a piombo. La cucina direttamente affacciata sul soggiorno/pranzo era disimpegnata da una stanza adibita a dispensa e anticucina.
Rivisitare l’uso degli spazi condiziona anche il ripensare gli oggetti di arredo che li compongono.
È il caso della nuova camera da letto che eredita gli spazi del vecchio salotto da conversazione attualmente poco utilizzato. Il progetto di arredo prevede l’inserimento di due elementi a mò di teatro, “un fondale” e “un piedistallo”.
Per “fondale” viene inteso il capiente armadio staccato dalla parete perimetrale che diventa l’elemento di sfondo della testata del letto mediante un motivo geometrico (a croce di S.Andrea) ripetuto sui pannelli, che sintetizza in maniera astratta alcune decorazioni dei vecchi mobili art decò dell’epoca. L’accesso alle lisce ante avviene dal fondo della stanza, ricavando una cabina armadio nascosta, separata dalla zona letto.
Questo oggetto di arredo diventa un elemento presente che viene ammorbidito nella sua grandezza dalla materna forma smussata della stanza. La laccatura satinata di colore grigio ghiaccio enfatizza ulteriormente la sua presenza nella stanza seppur innescando una linea di dialogo tra passato e presente.
L’armadio gioca il ruolo di sfondo per il secondo elemento inserito, il piedistallo, un letto a baldacchino fatto in tubolare di ferro verniciato a polvere di colore bianco. Un telaio che disegna un volume cubico nel grande spazio e incornicia l’antico lampadario in vetro soffiato e ferro battuto, intrecciando un dialogo con la storia che non è solo fatta di preziosi pezzi di arredo ma anche di ricordi che attraversano le generazioni che hanno vissuto queste mura.
E’ proprio in questo dialogo che viene previsto l’inserimento di altri oggetti ed elementi ricchi di storia e ricordi, il pianoforte, il tavolo circolare in mogano l’armadio bianco in arte povera e una panca da teatro.
Oggetti cari alla committenza che mediano e misurano l’inserimento dei nuovi elementi di arredo.
Il nuovo bagno, collegato direttamente alla nuova camera da letto, alla cucina ed ad un vano scala che collega alla lavanderia del piano interrato, viene concepito come un unico spazio definito sala.
Per mantenere una soluzione di continuità e unitarietà spaziale, tra bagno e antibagno i due ambienti vengono divisi dal elemento trasparente del box doccia che si posiziona per tutta la larghezza della stanza inglobando la porta di accesso allo stesso e alla relativa doccia. Proprio come un vestibolo ad una zona riservata il transito tra bagno e antibagno è scandito da un cambio di materiale nella pavimentazione.
Per un richiamo allo stile dell’immobile per la pavimentazione di bagno e antibagno vengono scelte delle cementine esagonali opache in tinta unita blu Prussia finite a cera. Il piatto doccia ed il suo prolungamento viene rivestito in resina cementizia con polvere di marmo. I rivestimenti delle pareti sono trattati con la medesima resina tranne che per la parete dove poggiano i sanitari dove viene ripreso il tema della cementina esagonale.
Ogni elemento disegnato nel bagno è stato fatto su misura e concepito cercando di creare uno spazio non privo di luminosità seppur sprovvisto di finestre, le trasparenze, i vetri e i giochi di rugosità molteplici dei materiali conferiscono un aspetto etereo e volatile agli ambienti, assumendosi il compito di esistere nella storia di più di un secolo di questa casa. È infatti la scelta del marmo, delle cementine e del loro accostamento a garantire una reminiscenza storica degli elementi dell’epoca, seppur dialogando con i linguaggi e un uso spaziale più contemporanei.
L’antibagno viene concepito come piccola stanza di servizio dove viene previsto un lavabo centro-stanza in marmo di carrara cavato da un blocco pieno di finitura opaca esternamente e lucida nella semisfera che accoglie l’acqua e un mobile porta salviette laccato bianco opaco. Uno spazio di transito, crocevia tra cucina camera e bagno. Il lavamani concepito come una fontana antica diventa un elemento di riferimento visibile dalla cucina e dalla camera da letto, trasforma e arricchisce l’azione che svolge mutando un azione d’uso in un rito.
L’originalità del manufatto, la sua unicità e il valore storico che testimonia ha influito sul progetto in maniera sostanziale, il risultato che sottende è quello di dare un valore alle azioni quotidiane del vivere, riuscendo significativamente a permanere nel tempo proprio come ha saputo fare questo immobile per più di un secolo.