L’area di intervento per il nuovo polo scolastico di eccellenza alberghiero ed agroalimentare si inserisce nel tessuto urbano storico di Ariano Irpino, in una posizione nettamente sopraelevata rispetto al crinale del monte, prospiciente la vallata sottostante.
La sua conformazione orografica nel posizionamento urbano mette in contatto le due parti a nord ed a sud del lotto, attraverso un dislivello massimo di circa 11 metri; diventando così un potenziale ed importante polo di collegamento tra la parte alta di piazzale S. Francesco e la parte bassa di via d’Afflitto.
Da questa analisi urbana nasce l’idea progettuale di un edificio “attraversabile”, che possa consentire ai flussi urbani un collegamento diretto delle due parti sconnesse della città.
Infatti, nella parte ad ovest del lotto (lungo la cortina di fabbricati adiacenti) un percorso gradinato, costituito da scale e terrazzamenti, attraversa trasversalmente l’intera area partendo da via d’Afflitto fino ad arrivare nel luogo della piazza coperta di ingresso al polo di eccellenza, che si trova in quota con piazzale S. Francesco. Lo spazio pubblico del piazzale viene ripensato come un grande largo pedonale, ridisegnato nelle sue parti attraverso un percorso alberato e pavimentato che ricuce spazialmente l’area pubblica con l’area di pertinenza della scuola.
Il sistema delle gradinate è un tema molto presente nel centro storico di Ariano Irpino. Qui, infatti, la presenza di dislivelli, alcune volte lievi altre molto accentuati, fa sì che lo spazio pubblico possa essere percorso solo attraverso lunghe rampe o scalinate che connettono quote differenti della città. La scalinata di progetto si aggiunge alla rampa S. Biagio, adiacente al lotto di intervento (nella parte ad est), attraverso tre diverse quote dell’edificio che definiscono altrettanti terrazzamenti. In ogni livello è contenuta una funzione della scuola che affaccia sullo spazio esterno del terrazzamento in pietra. Qui una serie di orti e di giardini definiscono l’immagine di una grande gradinata alberata, i cui orti diventano degli spazi didattici esterni ai laboratori della scuola.
La parte basamentale del nuovo edificio in contatto con via d’Afflitto (insieme al sistema dei terrazzamenti) è interamente rivestita della pietra locale, che ha costruito nel tempo differenti parti della città. Essa definisce, quindi, una continuità tra i percorsi urbani del centro storico ed il nuovo edificio; esso per alcuni aspetti, si riconfigura come il demolito Hotel Giorgione, da cui vengono ripresi il porticato pedonale su via d’Afflitto e il sistema di terrazzi che individuano gli spazi esterni delle funzioni alle quote superiori. La parte restante dell’involucro della scuola è interamente disegnata con lamelle a tutt’altezza, che - oltre a definire il ritmo della facciata - diventano elementi di alloggio per i sistemi di schermatura (a tendaggi) degli spazi interni.
L’incastro di volumi ai diversi livelli del polo scolastico definisce una grande area a doppia altezza, che diventa uno spazio esterno coperto di ingresso; un polo principale di contatto con l’atrio e la caffetteria della scuola, con il piazzale S. Francesco e con la gradinata alberata che conduce a via d’Afflitto.
L’intero programma funzionale viene soddisfatto attraverso sei livelli dell’edificio in cui la distribuzione degli spazi interni avviene in maniera ritmica, chiara e lineare. Blocchi strutturali nell’estremità dell’edificio (ad est e ad ovest) definiscono i servizi e i nuclei di collegamento verticale (scale, ascensori e montacarichi).
Alla quota (0,00) di piazzale S. Francesco, oltre alla caffetteria e all’atrio della scuola, trovano spazio due delle 20 aule che si sviluppano sui sovrastanti due livelli: la grande aula polivalente e gli uffici del polo scolastico.
Alle quote inferiori degli altri tre livelli seminterrati trovano spazio i laboratori, la mensa, la biblioteca e la palestra, la quale nella sua estensione occupa due livelli dell’intera struttura. Alcune funzioni a nord (quindi internate) ricevono luce ed aria attraverso dei lunghi patii, che tagliano con due solchi lo spazio pubblico a nord del lotto per una profondità di circa tre metri.
L’edificio così conformato tenta di risolvere il complesso rapporto che deve definire le relazioni tra i flussi urbani dei luoghi pubblici e lo spazio di funzionalità didattica di un polo di eccellenza: si pone cioè alla collettività non solo tramite la propria offerta formativa scolastica ma vuole assumere un ruolo di edificio pubblico-polifunzionale, aprendo i suoi spazi alla cittadinanza anche negli orari extrascolastici e diventando così un luogo di aggregazione culturale per l’intero territorio.