L'ATLANTE
L’intenso racconto dell’Atlante nasce probabilmente nel II secolo grazie alle straordinarie tavole illustrate - ben ventisette carte - disegnate finemente da Claudio Tolomeo e pubblicate in la Geographia.
Più volte ristampata nel XVI secolo, verrà di volta in volta arricchita da nuove tracce, esperienze, da mondi paralleli alle nuove scoperte. Le edizioni più significative furono quelle di Martin Waldseemüller (Strasburgo, 1513) e di Giacomo Gastaldi (Venezia, 1569) di cui si ricorda il frontespizio tassonomicamente ridisegnato che anticipava appunto i ventisei particolari “regionali” e la mappa generale dell’ecumene.
Nasce proprio da questi frammenti cartografici l’interno della spiriteria dell’Atlante fra le strade della vecchia Firenze che si inerpicano verso la scoperta delle grandi cattedrali del Rinascimento. L’Atlante è una variazione del tema, un nuovo rinoceronte arrivato in città come alla fine dell’Ottocento, un elefante impreziosito dall’avorio. Sono ricordi, souvenirs di passaggi avvenuti in maniera (a volte) opulenta alla ricerca dell’essere di questo mondo. Si indaga la sua anatomia, i suoi paesaggi, i suoi animali e le sue facce, le infinite e magnifiche vite di un luogo. Varcando la soglia che si stacca dal lastricato in pietra serena, si entra in questo planisfero, nelle sue vibranti varietà, nei suoi volti che si raccontano tra ricchi paramenti importati da oriente o da viste improvvise di rosei fenicotteri che accompagnano il visitatore nella piovosa Foresta Amazzonica.
Le boiseries importate da mondi lontanissimi, non importa ora dire quali, sembrano assomigliare per certi versi a borghesi pezzi che alla fine del XIX secolo abitavano i bellissimi café della Vienna secessionista.
Oro, turchese, amaranto, corallo, smeraldo e caffè diventano i ricordi delle grandi esplorazioni. Ogni stanza, come una camera affacciata su precise epifanie, racconta un mondo - dalle Indie al Marocco, dalla giungla che si intensifica alla ricerca dei flamingos nascosti tra le verdi foglie brasiliane.
È questo un Gran Tour esteso, non alla ricerca dell’antico, ma a volte a ciò che vi è prima, ancor prima dell’uomo e delle sue architettura, dove ogni stanza - varcata la nera soglia - racconta di una precisa atmosfera, quella di un viaggio.
The intense story of the Atlante was probably born in the second century thanks to the extraordinary illustrated drawings, 27 papers, finely crafted by Claudio Tolomeo and published in Geographia.
It has been reprinted several times in the 16th century, and each time it was enriched by new traces, experiences from parallel worlds to new discoveries. The most significant editions were those of Martin Waldseemüller (Strasburgo, 1513) and Giacomo Gastaldi (Venezia, 1569) that we remind especially for the taxonomically redesigned frontend that anticipated the 26 regional details and the general ecumenical map.
These cartographic fragments originate the interior of the Atlante spirit among the streets of old Florence, which bursts into the discovery of the great cathedrals of the Renaissance. The Atlante is a variation of the theme, a new rhinoceros arrived in the city at the end of the nineteenth century, like an elephant embellished with ivory. They are memories, souvenirs of passages that have taken place (sometimes) in an opulent way, in search of the being of this World. Its anatomy is explored; its landscapes, its animals and its faces, the infinite and magnificent lives of a place.
Walking through the threshold that comes off the pavement in serene stone, you enter this moss in its vibrant varieties in its faces that talk about themselves, as rich ornaments imported from the east or by sudden views of rosy flamingos accompanying the visitor in the rainy Amazon Rainforest.
The boiseries imported from distant worlds, no matter what they are now, seems to look like bourgeois pieces that in the late Nineteenth century inhabited the beautiful Vienna secessionist café.
Gold, turquoise, amaranth, coral, emerald and coffee become memories of great explorations. Each room, like a room overlooking the epiphany, tells a world - from India to Morocco, from the jungle that intensifies in search of flamingos hidden in the green Brazilian leaves.
This is an extended Grand Tour, not in search for the ancient, but sometimes looking for what was before, even before the man and his architecture, where every room – once the black threshold is passed by - tells of a precise atmosphere, that of a trip.