Ampliamento cimitero di Bressanone
L’idea progettuale per l’ampliamento del cimitero di Bressanone nasce con l’intento di creare un luogo dotato di una propria identità e, al contempo, è volta all’inserimento di un altro tassello nello sviluppo continuo del cimitero.
Una prima analisi ha riguardato la preesistenza. Sia la parte più antica, sia la successiva aggiunta sono ascrivibili alla tradizionale tipologia cimiteriale: un portico ad arcate, che delimita chiaramente una silenziosa corte. Davanti l’ingresso principale, sito sul lato settentrionale, sono presenti due salici piangenti, ormai parte della memoria colletiva tanto dei cittadini quanto dei visitatori occasionali. Ed è proprio su questo spiazzo antistante l’accesso, in prossimità dei due alberi, che è ricaduta la localizzazione dell’intervento. L’ampliamento, così collocato, non solo mantiene l’ingresso originario e fornisce l’accesso al cimitero delle urne cinerarie, ma arricchisce anche architettonicamente l’intero complesso.
La nuova muratura abbraccia i salici e va a definire tre nuovi cortili dotati di diverse caratteristiche. Il cortile centrale, da cui avviene l’ingresso, conduce anche agli altri due adiacenti. Il cancello in ferro battuto è stato trasferito dal vecchio portale al nuovo recinto esterno. Le corti site a destra e sinistra dell’atrio, sorgono da un’unica articolazione del recinto, ma offrono, grazie alle loro proporzioni, un’atmosfera del tutto unica.
La riduzione dell’invasività dell’intervento si rispecchia anche nella scelta dei materiali e nella definizione dei dettagli costruttivi. La muratura è caratterizzata da una finitura in intonaco, alla quale oltre la calce, è stato aggiunto un materiale edilizio tradizionale dell’Alto Adige: il porfido. Attraverso un particolare trattamento dell’intonaco, spunta la trama del porfido, la stessa pietra con la quale è pavimentato il centro storico di Bressanone.
La disposizione delle nicchie sul muro è libera; i loculi presentano due diverse dimensioni per adattarsi alle varie necessità spaziali, così che ogni elemento ricopra una posizione particolare e sia facilmente individuabile. Gli spazi rimasti vuoti tra una nicchia e l’altra sono stati accuratamente lasciati tali e hanno un valore simbolico: sono dedicati ai defunti dimenticati, coloro che non hanno avuto degna sepoltura.
La personalizzazione è possibile grazie al lavoro artigianale sui rivestimenti dei loculi, eseguiti in lastre di zinco brunito e sulle quali restano leggibili le tracce di lavoro e sono pertanto dei pezzi unici. Questi rivestimenti, dalla forma a L, offrono spazio per fiori e candele, nonché proteggono la facciata in intonaco dalle intemperie e dai segni del tempo. Le scelte progettuali sulle nicchie sono state concordate con la commissione comunale.
L’intervento architettonico, nonostante tutte le sfumature di dettaglio, resta silenzioso, quasi in secondo piano rispetto al contesto, per fare in modo che lo spazio si riveli nella sua vera essenza, ovvero la Vita stessa. I due alberi secolari dominano lo sguardo del visitatore e rendono percepibile la forza della natura; le loro chiome si congiungono spontaneamente a creare un tetto, disposto in ogni momento a offrire rifugio, e sotto il quale riposano i defunti. Sempre questi salici sembrano fare da ponte tra terra e cielo e l’architettura, che ha fatto da tramite a questo momento, resta a guardare.
Lukas Mahlknecht, 2015. Tradotto dal tedesco Flavia Criscio.