Dal 1982 a Salemi, in Sicilia, è in corso una lenta operazione di recupero del Centro Storico, condotta in un difficile clima politico-amministrativo.
Essa riguarda la Piazza centrale in cima alla collina su cui è insediata la città di origine araba. Sulla Piazza si affacciano il Castello svevo, la Chiesa Madre, ricostruita e ampliata (XVII sec.) sull’originario nucleo normanno, un Palazzetto (XVIII sec.), schiere di abitazioni a due-tre livelli.
I progetti della Chiesa e della Piazza sono separati solo amministrativamente. Nei fatti fanno parte di un unico Progetto urbano, a cui dovrebbe seguire la realizzazione del “Progetto per il recupero e la riconversione ambientale del quartiere Piano Cascio”, a valle della Chiesa Madre dietro l’abside.
Questi progetti, insieme al “Piano per il quartiere del Carmine” con il suo “Teatro all’Aperto” realizzato già nel 1997, costituiscono la prima trasformazione urbana alla scala della città dopo quelle attuate dagli ordini religiosi dal XIII al XVI sec.
Il Progetto Urbano oltre ad avere un’estensione dimensionale pari al Centro Storico, ha per oggetto una grande estensione di livelli di intervento che affrontano questioni ricorrenti in tutta la città storica: da quelle puntuali a quelle che ordinano, attraverso soluzioni tipiche, la struttura, gli spazi e le superfici della città.