MEMENTO | Concordia Memorial Lighthouse
Mi piacciono le rovine perché ciò che resta non è il disegno completo, ma l’essenzialità del pensiero, la struttura nuda, lo spirito della cosa.
(Tadao Ando)
L’Isola del Giglio, privata del relitto, porterà nel tempo il peso della memoria del tragico evento della Costa Concordia. Il peso del vuoto, che oggi regna nel golfo di Giglio Porto, è avvolto dal coro dei silenzio delle 32 vittime.
Il monumento che nasce dai frammenti ideali della nave, si pone l’obiettivo di ricostruire questo luogo lacerato, affidandosi all’archetipo del “muro”, come elemento primordiale posto a difesa dal senso di dolore e strazio che il ricordo e le immagini di quell’evento scatenano nei nostri animi. Affidando all’orizzontalità del manufatto il compito di ricucire quel tragico rapporto tra mare e terra, e tra terra e mare creatosi nelle ore seguenti al naufragio, trova la sua unica pausa in corrispondenza della purezza della luce del faro; ricreando così quel rapporto di identità e sicurezza che il faro evoca alla vista del navigante.
(Il monumento-faro, situato nella parte più a sud di Punta Gabbianara, trova il suo asse principale in corrispondenza de Le Scole, punto d’impatto della Costa Concordia.
Lo schema compositivo deriva dalla riflessione sull’archetipo faro, rivisitando sia la sua funzione primordiale che il suo carattere fortemente evocativo. Per questo il manufatto si sviluppa orizzontalmente, mantenendo la stessa gerarchia di spazi insita nel suo archetipo.
L’architettura si sviluppa sul percorso dei naufraghi che, approdati su quegli scogli, lì hanno trovato salvezza.
Un portale, posto nell’acqua segna la strada per la terra, la salvezza. Sostenuto da due possenti mura, come una fortezza accoglie e offre ai naufraghi un percorso sicuro, conducendoli verso la luce del faro. In prossimità dell’arrivo della scalinata si erge la esile struttura che sostiene la lanterna del faro, che affida alla sola “luce” il compito di riempire il vuoto della piazza e il vuoto che le 32 anime hanno lasciato. Adiacente ad essa, come punto terminale del manufatto è collocata la casa del guardiano e alcune piccole unità abitative per ospiti.
Tuttavia questo percorso, che dal mare giunge alla parte più alta di Punta Gabbianara, sarà inversamente vissuto dai visitatori: i quali, percorrendo la scalinata in un percorso cupo e faticoso, scandito dai pieni e vuoti delle travi sovrastanti, rievoca i sentimenti e il susseguirsi del tempo che le persone presenti al naufragio hanno vissuto tragicamente. Giungendo ai gradini bagnati dalla stessa acqua che ha accolto le vittime e per lungo tempo, come un atto di vendetta ha corroso lo scafo del relitto, i visitatori potranno trovare un luogo di assoluta meditazione. Il gioco di luci e di ombre produce un climax evocativo che apre all’uomo la prospettiva verso la memoria della fragilità umana e delle 32 vittime coinvolte nella strage.
Questo monumento vuole essere la traduzione della potenza metaforica dell’archetipo di faro in un disegno architettonico privato dei canoni della rappresentazione usuale, ma rinnovato nel suo carattere tipologico. L’axis mundi, spesso interpretato dall’alta struttura a torre del faro, si smaterializza lasciando altro che la sua essenza: la luce.
The Island of Giglio, deprived of the wreck, will always bring in itself the burden of memories of the tragic event of the Costa Concordia cruise ship. The burden of the sense of vacuum, that nowadays predominates in the gulf of Giglio Porto, is surrounded by the sound of silence of the 32 victims.
The monument arising from the ideal fragments of the ship, has the objective to recreate this lacerated place, thanks to the archetype of the “wall”, as primordial element, placed to protect the feeling of sorrow and torture that memories and images of that event cause in our souls.
The horizontal object has the task to re-establish that tragic relation between the sea and the ground, and between the ground and the sea, created during the following hours after the shipwreck. The only pause of this relation is found in the purity of the light from the lighthouse, creating again that sense of identity and safety that the lighthouse evokes to the seamen.
The monument-lighthouse located in the Southern part of Punta Gabbianara, has its principal axis in correspondence to Le Scole, point of impact of Costa Concordia cruise.
The composition scheme comes from the reflection on the archetype lighthouse, where its primordial function and its deeply evocative nature, are reconsidered. That is the reason why the object is developed in a horizontal way, so as to keep the same order of the spaces, inherent to its archetype. The architecture of the object is developed following the the path of shipwrecked, that landed on those cliffs, found their safeness.
A gate located in the sea, points out the way for the ground, for the safety. The gate is hold up by two powerful walls, and as it was a fortress, the gate receives shipwrecked and offers them a harmless path to follow towards the light of the lighthouse. Close to the arrival of the staircase, it is possible to see the thin structure holding the beacon of the lighthouse. The only light coming from this structure, has the objective to showered the feeling of vacuum of the square and of the empty space left by the 32 victims. Next to this structure there is the house of the guardian and some houses for guests, both indicating the last part of the object.
However, this path that from the sea reaches the highest part of Punta Gabbianara, will be inversely experienced by the visitors. People walking through the staircase in a dark and hard path, with full and empty spaces created by the overhead beams, evokes again the feelings of people and the succession of events of those who have lived the tragic shipwreck.
Reaching the steps wet by the same water that had welcomed the victims and for a long time had corroded the keel of the wreck as an act of revenge, visitors could find a place of absolute meditation.
The play of lights and shadows produces an evocative climax, opening to the man the perspective of memory both of human fragility and of the 32 victims involved in the disaster.
This moment wants to be the translation of metaphoric power of the lighthouse archetype in an architectural drawing without the criterion of the usual representation, with a new typologic character. The axis mundi, often represented by the high structure (as a tower) of the lighthouse is not present any more, giving prominence only to its own essence: the light.