Centro enogastronomico Eataly, Torino
Recupero ex stabilimento Carpano
Progettisti: Negozio Blu Architetti Associati (Gustavo Ambrosini, Cristiana Catino, Paola Gatti, Carlo Grometto, Mauro Penna)
The vermouth Carpano production plant, disused since the mid-nineties, is an unexpectedly interesting urban space on a reduced scale. The building comprises a brick-filled reinforced concrete structure that grew outwards from a series of courtyards over the course of the twentieth century.
The project was to design a food and wine centre dedicated to high-quality foods and drinks, including spaces for selling the goods, thematic restaurants for tasting products, the Eataly and Slow Food offices, teaching rooms, a conference room and the Carpano Museum.
The entrance is now found in the old perimeter wall that separated the centre from the Fiat Lingotto factory. The wall is painted the same brick red colour as found on the existing buildings, and has been opened and transformed to include the large glass entrance to the hall where the enormous, cylindrical vats were once positioned.
Two glass block supported by “rust” red metal girders and pillars jut out of the wall to focus attention on the conference room and museum. The courtyards make up the main halls and access ways inside the complex. They have been covered with a special insulation and solar control glass roof supported by a metal frame, allowing ample light to enter. From here the public has access to the various parts of the complex, which recall the paths and covered public squares in an “industrial district”.
Il primo centro Eataly, realizzato nel 2007 a Torino nell’ex stabilimento Carpano, è un complesso polifunzionale su più livelli, articolato in nove punti di ristorazione abbinati a spazi di vendita tematici spazi espositivi, aule per scuole di cucina, biblioteca, sala conferenze, uffici e il Museo Carpano.
Il recupero dello stabilimento Carpano quale nuovo centro dedicato alla cultura enogastronomica rilegge l’identità simbolica dell’edificio, l’associazione dello storico vermouth con la sfera del “gusto”, come memoria dell’industria alimentare cittadina.
Il progetto valorizza l'inaspettata articolazione spaziale interna, sviluppatasi nel Novecento attorno ad alcune corti, che si contrappone idealmente al monolitico Lingotto posto di fronte. Le corti interne, protette da una nuova copertura vetrata, costituiscono lo spazio principale di orientamento di questa "cittadella del gusto": non un luogo monofunzionale, ma un “mercato” dove si intrecciano acquisto e ristorazione, informazione ed educazione all’alimentazione. L’allestimento evoca una fruizione informale ed una domesticità a scala urbana.
L’impianto ibrida modelli distributivi tradizionali (commercio, ristorazione, entertainment, formazione), e affida all’allestimento di ogni area tematica (pasta, pizza, carne, vino ecc.) uno specifico carattere, ripreso ora in tutti i punti Eataly. L’esperienza si svolge in una sequenza di spazi che mettono in valore le risorse dell’edificio esistente, creando un tessuto di vie e piazze coperte come luogo di incontro tra consumatori e produttori del settore agroalimentare italiano.
Nuovi elementi architettonici si integrano con i caratteri esistenti. Il vecchio muro di confine con il Lingotto, trattato con la tonalità rosso mattone degli altri volumi, diventa una “soglia urbana” che dà accesso al complesso attraverso il salone della alte cisterne per la miscelazione del vermouth.
L'innesto di nuove strutture, costituite da travi e pilastri metallici imbullonati di colore rosso "ossido" che sostengono vetri selettivi, contrappunta la matericità delle textures delle facciate e caratterizza le parti pubbliche più significative - la galleria centrale di distribuzione e i tasselli vetrati esterni (sala conferenze e museo) - attraverso un device che rimanda alla tecnologia delle prime architetture industriali.