Place in a box
Il progetto presentato si inserisce nello spazio aperto con uno stimolo, metaforico e fisico all’appropriazione, alla condivisione, al divertimento, alla trasformazione. Un oggetto-feticcio con cui giocare, che non si cristallizza in una forma definita ed imposta, ma che si modifica in base alle occasioni: un generatore di processi, di incontri, di esperienze, di memorie. Un modello resiliente, capace di superare e inglobare le perturbazioni, assecondando la diversità e fronteggiando l’imprevisto. Qualcosa da costruire insieme, da smontare insieme, da modificare insieme.
Una scatola di 2,40 m di lato, di legno, facile da produrre e da trasportare. Arrivata in uno spazio aperto in disuso, in un vuoto urbano, la scatola diventa un segno che trasforma l’intorno, che lo rende riconoscibile. Un punto di inizio.
Al suo interno, sagome sottili di legno racchiudono altri oggetti, familiari e sorprendenti: sedie, panchine, tavoli, dondoli, giochi, dalle forme buffe e allegre di animali, da montare semplicemente a incastro e da distribuire nello spazio per colonizzarlo, per renderlo vivo. Schermature a forma d’albero o di fiore, variamente inclinate, migliorano il comfort termoigrometrico dello spazio, proteggendolo dal sole e dal vento, e creano punti focali di orientamento e di attrazione. Ogni cosa può essere spostata, aggregata, dispersa, può seguire gli umori di chi, momentaneamente, la possiede. Ogni cosa può essere trasformata. Tuttavia, il sistema compositivo coerente evita il rischio del caos, ma mantiene un elevato valore estetico e percettivo anche per configurazioni impreviste e funzioni informali.
Non c’è bisogno di attrezzi speciali o competenze particolari: come in un puzzle a scala umana, tutto è facile da capire, tutto è robusto e resistente. Alcune sagome si possono montare da soli, altre stimolano il coinvolgimento. Nella costruzione, nell’uso, le persone possono incontrarsi, conoscersi, partecipare. Costruire un luogo lo rende proprio.
La scatola stessa può assumere funzioni sempre diverse. Affidata in gestione a privati o associazioni, alloggia piccole attività, che arricchiscono lo spazio e ne garantiscono la sorveglianza attiva e informale: c’è sempre qualcuno che, per attirare clienti o utenti, vuole renderlo più bello, c’è sempre qualcuno che se cura. Un piccolo bar, un palco per spettacoli, una biblioteca itinerante, un’area per proiezioni all’aperto: di volta in volta, con poche modifiche, la scatola muta completamente significato, riorganizza il luogo per una nuova storia.
Quando serve, gli oggetti rimessi nella scatola, chiusi, protetti. Pronti per essere utilizzati di nuovo, in nuove forme, da altre parti.
Sostenibilità
Piccolo, economico, con un bassissimo impatto ambientale e un enorme impatto sociale: il progetto è intrinsecamente sostenibile. In particolare, esso propone un complesso di strategie integrate per la sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
L'occasione di stare in mezzo alla gente, di vederla e ascoltarla, è il primo motore per richiamare altre persone, arricchendo la vitalità urbana. In questo senso, l‘attrattività dello spazio è data dalla sua mutevolezza, dal suo stimolo alla partecipazione: esso non solo offre possibilità per l’incontro e la socializzazione sempre nuove, ma le sue attrezzature flessibili invitano gli utenti all’intervento attivo e consapevole, favorendo il senso di appartenenza e appropriazione.
L’inserimento di funzioni private, poi, assieme alla possibilità eventuale di gestione cooperativa dell’area, aumenta il controllo dal basso, garantendo la durabilità e la vitalità dello spazio senza oneri aggiuntivi per la collettività.
La sostenibilità ambientale del progetto si esplica soprattutto nel suo limitato impatto lungo tutto il ciclo di vita.
Viene utilizzato esclusivamente legno compensato multistrato con etichettatura ecologica, proveniente da risorsa rinnovabile e riciclabile. La buona resistenza e durabilità massimizza la vita utile, riducendo le necessità di sostituzione. Il materiale possiede inoltre ridotti livelli di rischio tossicologico per l’uomo e rischio ambientale per l’ecosistema ed è il risultato di processi produttivi da ridotto rilascio di diossido di carbonio in atmosfera; nello stesso modo, il sistema di montaggio ad incastro, oltre ad adattarsi all’autocostruzione, evita collanti o altri agenti chimici.
Basato sull’idea che pochi, semplici elementi possano contribuire a stimolare complessi sistemi sociali, il progetto prevede bassissimi costi di produzione, realizzazione e manutenzione.