Decumanus caffè
Se è vero che nella società contemporanea la città rappresenta il centro di attrazione per eccellenza - l’invenzione più importante nella storia dell’uomo - e se è vero che il concetto stesso di civitas esprime al meglio l’utilizzo condiviso dello spazio urbano, è altrettanto vero che questa condivisione si esprime al meglio in tutti quei luoghi che, pubblici o privati, auspicano tale socialità e la sostengono creando le ideali scenografie all’interno delle quali gli uomini vivono le proprie esperienze.
Il “Decumanus caffè” nasce dal presupposto culturale di trarre ispirazione dall’origine più antica della nostra città, quella Firenze romana ancora oggi evidente nei segni generatori della sua più intima struttura urbana.
Partendo da questa premessa il progetto ne interiorizza i contenuti grafici e li sovrappone simbolicamente ad una “città universale” ricca di trame infinite, dure, moderne, drammaticamente tese alla ricerca dell’origine stessa della metropoli contemporanea e concettualmente collegate alle griglie ortogonali delle città ellenistiche, autentiche generatrici della città occidentale.
Tali fondamenti hanno portato il progetto ad incoraggiare la ricerca di una spazialità interna volta a privilegiare, con i lunghi tavoli comuni e nell’intimità del giardino chiuso, le funzioni aggregative tipiche delle tabernae.
L’esperienza avviene quindi all’interno di una scatola scenografica che, mutuando le trame formali proprio dalle lontane origini urbane, diventa sistema epidermico interiore e texture tridimensionale capace di esprimere, sfiorata dalla luce, il suo innato dramma materico.
E’ volutamente di forte impatto l’utilizzo delle grandi lastre in pietra serena che, da banchi di fresa nelle cave di Firenzuola, assurgono ad elemento caratterizzante della decorazione parietale introducendo il tema della rigenerazione nobile di un materiale di scarto.
Tutto ruota intorno ad una ricercata semplicità e riduzione dei materiali utilizzati laddove al sofisticato intreccio lapideo si alterna la più tranquillizzante liscia finitura delle pannellature in legno di noce.
Il ferro nero cerato introduce la lezione scarpiana che ci guida, con la cura del dettaglio, nel disegno delle lunghe fughe sul pavimento, nel gioco plastico dei gradini come pure nella reinterpretazione grafica dei pannelli decorativi.
…nei confini a nord del castrum, all’ombra della cupola, la città si guarda dentro e, autocelebrandosi, guarda avanti!