Il progetto costituisce la parte di un intervento che completa il puzzle urbano definito dal masterplan di E. Van Egerrat ad Assago e comolessivamente si caratterizza come un “suolo artificializzato", una coperta verde che integrandosi nel parco integra a diverse quote un sistema di funzioni diverse. Come un tassello mancante, lo schema insediativo risolve le relazioni sia con gli edifici vicini, già definiti progettualmente che con il limite stradale.
L’operazione progettuale interviene lavorando sia su un principio di continuità delle componenti, integrate tra loro e di radicamento alla morfologia del parco. Non edifici separati ma una struttura che pone in rapporto tipologie diverse. Viene inoltre definita una sostanziale introversione degli spazi, (fatto che protegge e impedisce di vedere) nel costruire un sistema di patii cui si rivolgono sia le funzioni scolastiche che universitarie.
L’edificio, così come avviene per la città storicamente consolidata, diviene simultaneamente una macchina complessa e fortemente differenziata sia spazialmente che funzionalmente, un sistema semplice in grado di integrare con gli stessi principi condizioni diverse. Esiste un significativo doppio livello percettivo del progetto: dall’alto dalle vicine residenze, come un lungo rettangolo verde punteggiato da fori (da cui emergono alberi posti nei giardini), e uno dalla strada dove il ridotto impatto volumetrico vede la tensione longitudinale della copertura, in contrappunto alla verticalità del corpo residenziale.
E’ questo ad essere stato completato per primo anche a seguito di una serie di cambiamenti introdotti nello sviluppo della parte “orizzontale del progetto che ne ha cambiato i contenuti.
La torre destinata ad alloggi di edilizia convenzionata presenta un’altezza pari a quella dei vicini edifici progettati da Park e Cino Zucchi e tipologicamente si caratterizza come una lama dotata di un vano scale ed ascensori centralmente disposti, con distribuzione degli alloggi da un ballatoio interno che si affaccia su un vuoto che illuminato da un lucernaio in copertura attraversa i dieci piani dell’edificio.
Il sistema consente di avere da quattro a sei alloggi a piano con la possibilità di aggregare mono e bilocali a formare un trilocale. Tutti gli alloggi presentano soggiorni interamente vetrati ed aperti su logge rivolte ad est e ovest verso il parco sud o quello interno all’intervento, mentre a nord e sud finestre strette e alte (da 75 cm x 270 cm) marcate da ante scorrevoli di alluminio, consentono una grande flessibilità distributiva a camere e servizi.
L’architettura si caratterizza come un prisma bianco, intonacato, quasi puro, che si “destabilizza”con leggere variazioni nell’inclinazione dei lati verticali e della copertura.