Uno sguardo preciso e attento su Praiano produce, nell'osservatore, una grande impressione. La sua bellezza è determinata essenzialmente da due componenti: la morfologia del sito e l'opera dell'uomo. In effetti dobbiamo premettere che anche la morfologia del terreno è in grande parte "opera costruita", al punto da rendere difficile distinguere il confine tra elemento naturale e elemento artificiale. Qui il paesaggio agrario, con la sua impronta caratteristica di sistemazione a "terrazze", diventa un elemento integrante del territorio, ed inoltre, testimone del duro lavoro compiuto dall'uomo per trasformare e dominare l'ambiente naturale. Il ripido declivio dei monti è stato, a mano a mano, sostituito in molti punti da terrazzamenti, come successione di ripiani digradanti adibiti alla coltura degli aranci, limoni ed ortaggi. Il sostegno di tali ripiani è affidato a muri a secco, costruiti con pietre cavate sul luogo dallo spietramento del terreno. Questa sistemazione dei luoghi si sviluppa in vere e proprie "costruzioni" che diventano l'elemento costitutivo caratteristico del paesaggio. Il tutto definisce una fitta rete di stradine gradonate, collegate alla viabilità principale sulla quale si innerva Praiano, creando un particolare tessuto urbanistico-edilizio con forme e tecniche costruttive proprie. Quest'ultimo, integrandosi con il territorio, connota fortemente l'opera dell'uomo e del paesaggio, portando con sé sempre qualcosa di imprevedibile e di imprevisto.
Un'altra particolarità di Praiano, oltre ad essere situata su un terreno con rocce a strapiombo sul mare, è quella di essere costituita da due entità urbane, Praiano e Vettica Maggiore, che si identificano con due parti molto diverse per forme e funzioni. Fino a tutto il Medioevo, le due parti erano raggiungibili solo via mare. La costiera ha presentato da sempre due aree più facilmente accessibili: la Marina di Praia e La Gavitella. La realtà di queste due spiaggette è nettamente contrapposta, per storia, per struttura, per topografia, per uso ed anche per forma. Il loro significato ultimo ben si riassume nel loro rispettivo appellativo. La prima "La Marina di Praia" è un accorciamento di Praiano e, difatti, la sua struttura, originariamente, simile a quella di un piccolo borgo di pescatori, è costituita da modeste costruzioni - i 'magazzeni' adibiti a luogo di ricovero sia per le barche, sia per i pescatori-, e da percorsi definiti e misurati dallo spazio negativo risultante tra le case. Alle case addossate alla roccia fa riscontro una spina centrale con annessa la chiesa dell'Annunziata.
La seconda, "La Gavitella", dovrebbe essere il vezzeggiativo di "cava" o "cavità" e, difatti, la spiaggetta è situata proprio in un'insenatura della roccia a forma di cava. La Gavitella si differenzia dalla Marina di Praia per la mancanza di interventi edilizi (se si escludono due o tre interventi isolati).
All'inizio dell'900, queste due parti della città subiscono un processo di trasformazione che ne determina la loro attuale configurazione spaziale. Il 26 marzo del 1924, una terribile frana distruttrice travolge tutto il borgo della Marina che, nel giro di pochi anni, fu però ricostruito. La Gavitella, così come la vediamo oggi, è il risultato di alcuni lavori di sistemazione del terreno eseguiti nel 1914, grazie a sovvenzioni elargite dal governo monarchico. La roccia fu spianata per una trentina di metri di lunghezza e una decina di larghezza per realizzare una platea in pietre ben squadrate e levigate, dette comunemente 'basoli', cementate fra loro. La platea, leggermente in pendenza verso il mare, serve per tirare in secco le barche a remi di modeste dimensioni. Fu realizzato anche un grosso muro di pietre e cemento, dallato di levante, per proteggere le barche dalle onde marine, quando il mare è agitato. Oggi la platea, nella bella stagione, è utilizzata a modo di solarium dai bagnanti estivi. In conclusione, possiamo evidenziare alla Marina di Praia, la permanenza morfologica di una struttura urbana, e alla Gavitella, la permanenza di una struttura di arredo del terreno che sottolinea una situazione geografico-naturale. Tali paesaggi richiedono un approccio progettuale preciso e attento. In contesti obbligati, come lo sono la Marina di Praia o a Gavitella, le cose hanno una loro misura e dalle relazioni tra le cose nascono nuovi significati e preziosi suggerimenti per il farsi del progetto.
IL PADIGLIONE ALLA GAVITELLA
La soluzione planimetrica proposta dipende prevalentemente dalle caratteristiche del sito, costituito da una superficie piana circondata da pareti rocciose a mo' di cavità, e dall'esigenza di riservare il maggiore spazio possibile ad uso dei bagnanti.
Il padiglione che prevede solo un utilizzo estivo, è composto da due elementi principali, un basamento e da assi verticali in legno. Per analogia, il riferimento alle costruzioni che contengono le limonaie è esplicito, così come la ricerca di quell'atmosfera creata dal gioco di luci e di ombre sensibile al movimento del sole nell'arco delle giornate estive.
Lo zoccolo artificiale sul quale è predisposto un pavimento ligneo risponde ad un doppio ordine di esigenze. Da una parte, esso risulta necessario per fare fronte alle forti onde marine quando il mare è agitato e dall'altra, permette di innalzarsi rispetto alla platea artificiale esistente quel tanto indispensabile a migliorare la visuale aperta sul mare.
La pianta del padiglione, e soprattutto il rapporto tra lunghezza e larghezza (14,80 m x 3,52 m), forma un rettangolo molto allungato, con il lato maggiore disposto parallelamente al filo dell'acqua. La pianta è costituita intorno ad un asse longitudinale di attraversamento sul quale sono innalzati pannelli verticali in legno ad ordinare le varie funzioni necessarie ad un buon utilizzo della struttura.
La zona bar si organizza intorno ad un bancone che contiene le varie utenze, mentre per il servizio igienico si è ipotizzato l'uso di un bagno mobile ecologico per evitare la dispersione di rifiuti organici nell'ambiente. Inoltre una tale soluzione non necessita di opere murarie, di allacciamenti idrici, elettrici e fognari. Gli spogliatoi sono definiti semplicemente da tende colorate sostenute da una struttura tubolare in acciaio fissata a soffitto.
Il padiglione, tra acqua, roccia, cielo e nuvole, dove penetrano l'atmosfera e i colori, ripropone una dimensione minima del vivere, un'impressione dell'estate.
DESCRIZIONE TECNICA
Il padiglione, ad uso stagionale, è pensato per essere montato nella buona stagione e poi smontato per il resto dell'anno.
La logica che sovrintende quindi questo tipo di costruzione di servizio per lo svago estivo non è quella di nascondere il manufatto, ma di renderlo manifesto al massimo, esaltando la sua precarietà e non la sua fissità di costruzione.
Si è scelto per questo di costruire in realtà solamente il basamento in maniera più massiccia cui giustapporre, nei suoi due lati maggiori due pareti lignee, costituite da assi verticali distanziate le une dalle altre da uno spazio libero. Quindi non una vera e propria parete ma una sorta di filtro tra dentro e fuori. Questa parete oltretutto farà solo intravedere il suo interno e in questa maniera terrà riservate le varie pubblicità, insegne, e quant'altro rendono questo tipo di strutture così invasive e antiestetiche con tutte le loro servitù. Dall'esterno si vedrà solo la parete lignea, così come dal mare. La struttura rimanderà alle forme delle limonaie così conosciute e caratterizzanti questi siti, ma indicherà con chiarezza che in questo luogo c'è un padiglione di servizio per i villeggianti che decidono di passare qui le proprie vacanze.
LE QUANTITA'
Basamento superficie mq 47,36
Padiglione (area coperta) superficie mq 33,92
Padiglione volume mc 84,80