Plesso scolastico unico a Mareno di Piave
Come nelle piante, la nuova scuola nasce dalla vecchia. Un innesto (1) che produce una nuova sequenza di spazi, vuoti e pieni, relazioni e atmosfere. Al posto del grande prato esistente, la nuova scuola disegna una serie di corti giardino attorno alle quali si dispongono le aule. Una microcittà all’interno di un tessuto urbano ordinato ma, privo di qualità.Le nuove strutture traggono linfa dalle vecchie e al contempo vi infondono nuove energie. Sequenze di spazi aperti e chiusi si alternano generando visioni in continua trasformazione. Al di sopra della linea del solaio di copertura grandi camini
disegnano un paesaggio artificiale, memoria delle montagne sullo sfondo.
Simile alla moltiplicazione della figura nello specchio nella mitica scena del film di Orson Welles “La Dama di Shangai”(2), la nuova scuola è formata da una famiglia di pezzi simili. Quattro grandi croci disegnano un recinto in cui aule e corti/giardino intessono un reciproco dialogo. Natura e architettura, libertà e ordine si confrontano ed entrano in relazione.
La mancanza di una regola urbana precisa e l’esigenza di uno sviluppo per stralci hanno suggerito la scelta di un sistema modulare aggregativo; un sistema semplice e flessibile in cui ciò che conta sono le relazioni tra le parti piuttosto che le parti stesse. Il modulo base, come in un gioco di Froebel (3), è elementare. È nella relazione tra questi elementi semplici che nasce la complessità. L'unione di geometrie semplici genera organismi complessi, l'occhio non legge l'insieme, ma sequenze sempre in cambiamento. Sulla facciata l’alternanza di listelli in legno e in cemento bianco rimanda alla visione dei boschi artificiali di pioppi. All’interno le grandi corti sono debitrici degli spazi aperti delle vecchie cascine. Pochi elementi vengono utilizzati e ripetuti in modo da generare percezioni complesse e mutevoli. Tre tipi di luce naturale penetrano nell'edificio, una diretta attraverso le grandi finestre che affacciano sulle corti genera forti contrasti. Una seconda diffusa è filtrata attraverso i frangisole esterni. Una terza, puntuale attraverso piccoli lucernari situati nelle zone più in ombra focalizza l'attenzione su punti specifici. La luce esalta anche il gioco dei colori che alternano il candore delle superfici interne, del pavimento, del soffitto, ai toni vivaci degli arredi.