Progetto di riqualificazione architettonica e artistica di piazza G. Verdi
Concorso internazionale, progetto ad inviti su selezione, progetto finalista, La Spezia 2010.
La lettura del sito ha rafforzato in noi la convinzione di definire un’idea progettuale innanzi tutto misurata, in scala, nel senso tener conto degli elementi naturali ed artificiali suscettibili di essere mantenuti, di subire possibili modifiche o di essere sostituiti del tutto.
Il progetto di riqualificazione di piazza Verdi parte allora da due dati elementari ma essenziali, che pongono da subito il lavoro nella giusta condizione di un suo possibile compimento. Compimento, che potrà verificarsi in un’unica direzione possibile, che è quella di realizzare uno ‘spazio civile’, uno spazio che si offre agli uomini senza la stupida pretesa di voler imporre scelte arbitrarie.
Il primo dato del lavoro consiste nell’ analizzare la situazione attuale e vagliare i vari vincoli che incombono sul sito, dalle problematiche viabilistiche, alle carenze di attrazioni commerciali e turistiche, al mix funzionale (abitazioni, edifici pubblici, commercio), all’attuale sistemazione del verde, al flusso e ai tempi di utilizzo della piazza, ed infine al budget disponibile in questa fase, per realizzare i lavori di sistemazione.
Il secondo dato parte dalla considerazione che l’Arte non è un sovrappiù, non è un lusso, ma la realtà propria dell’uomo, una realtà che non è data ma che bisogna costruire; affinché questo accada è necessario compiere un lavoro capace di trasferire in un luogo ciò che ancora lì non è.
Si ha allora la consapevolezza che è urgente valorizzare lo spazio di Piazza Verdi e questo potrà essere attuato solo con un intervento misurato, adeguato al contesto, che dia risposte concrete ai bisogni attuali della gente. La sfida che vuole affrontare il progetto, è quella di rendere di nuovo esplicita e comprensibile l’enorme dimensione, lo spazio dilatato oltre misura, che la piazza ha assunto in epoca moderna in seguito all’abbattimento dell’edificio del Politeama. E’ ovvio che ritrovare oggi una dimensione conforme, di spazio adeguato per la collettività, vuol dire per piazza Verdi la possibilità di riacquistare una vivibilità a misura d’uomo, cioè a dire quella ‘a passo d’uomo’.
Non potendo oggi intervenire su tutta la superficie della piazza si è individuata, come prima possibilità di lavoro, tutta l’area della spina centrale che funge attualmente solo da spartitraffico, per trasformarlo di nuovo in spazio per gli uomini. Questo semplice segno trovato, viene perciò dilatato ad una larghezza di circa 13 m. per una lunghezza di circa 200 m. e diventa il nuovo cuore della piazza.
Al suo interno due lunghe ed interminabili panche ne segnano il nuovo uso e il confine, dove chiaramente si individuano un dentro ed un fuori.
Due lunghe panche con le sedute rivolte verso l’interno, uguali tra loro ma con una piccola differenza che le ancora al sito, quella verso il lungo mare ha la possibilità di accogliere la gente anche nella parte dello schienale.
Due lunghe ed interminabili panche che saranno anche, metro dopo metro, dei pratici ed accoglienti sedili su cui stare comodamente. Una panca realizzata in serie da uno stampo industriale, con materiali poveri e non pretenziosi (cemento piuttosto che legno), con le superfici trattati in varie maniere. Quindi una normale panca, comoda e resistente da produrre in serie, i cui elementi sono gli uni uguali agli altri, tutti uguali.
Ogni elemento però, seppure uguale all’altro, diventerà in un certo senso unico con l’intervento artistico, ogni elemento sarà per così dire segnato e nominato dall’Arte, con un intarsio, con un mosaico, con un segno, con una protuberanza o con una sottrazione o altro ancora.
L’arte racconterà lungo la interminabile panca una storia, visibile solo a chi si siede o si avvicina, racconterà ad esempio la storia della città e degli uomini.
All’interno dello spazio racchiuso dalle due panche tutti gli elementi di arredo urbano necessario alla collettività per rendere il luogo accogliente e disponibile.
L’ambizione ultima del progetto è che questa nuova isola di 190 x 13 m. predispone alla contemplazione e all’ozio nel senso profondo del termine: vedere e mirare. Uno spazio, dove il mare quasi non si vede ma si percepisce attraverso la fresca aria marina, dove il fracasso del nostro tempo e delle automobili si attutiscono, dove infine è possibile ritrovare un luogo in grado di sospendere l’uomo dal flusso ininterrotto degli affanni della nostra vita contemporanea.