Cantina Vinicola Icario, Montepulciano (Siena), Italia
Progettazione
Studio Valle: Gruppo di lavoro Tommaso Valle, Cesare Valle, Gianluca Valle, Gianluigi Valle
Cantina Icario
Il progetto della Cantina Icario rientra in un ambito di ricerca in cui il contesto di intervento, sia esso paesaggistico o storico, stimola la formalizzazione dell’immaginario collettivo. La specificità del sito, dalle emergenze paesaggistiche più che architettoniche, induce ad un’ibridazione linguistica che media il mimetismo di un’estetica tradizionale a dei suggerimenti avanguardisti. L’approccio progettuale verte, quindi, sull’impiego del materiale lapideo, quale strumento di “mimesi” contestuale che, con l’austerità e semplicità della propria geometria reinterpreti la tradizione rurale toscana.
La composizione deriva da un elemento unitario lapideo, suddiviso poi in quattro volumi geometricamente disposti sul pendio naturale del suolo, i cui inter-spazi divengono nastri luminosi che si sarebbero dovuti concludere in quattro “appendici”, prismi trasparenti inizialmente concepiti come spazi destinati a sculture raffiguranti i quattro elementi primari: acqua, aria, terra, fuoco, emblemi della ricerca di contestualizzazione.
Involucri prevalentemente materici, si accostano sapientemente a volumi vetrati, secondo una ritmica di alternanza di pieni e vuoti.
Il rapporto tradizione-modernità, implicitamente connesso alla dialettica pieno-vuoto, nella Cantina Icario non si risolve nell’estremizzazione dell’una o dell’altra estetica, ma in un attento equilibrio linguistico.
Il progetto, ricerca un connubio, formale e funzionale, con la tradizione in un linguaggio, esternamente, ad essa assonante ed internamente in una spazialità disegnata dalla geometria delle travi in tubi metallici e dall’impiego di superfici vitree.
Tuttavia, le trasparenze visuali non si rincorrono in sequenze progressive verso il paesaggio: l’assenza di aperture che lacerino il rivestimento di facciata, eccezion fatta per i percorsi vitrei di collegamento che consentono visuali localizzate, altera l’equilibrio visivo dell’interno. L’ “involuzione” concettuale dell’impiego di una chiusura muraria, limite materico che impedisce alla spazialità interna di “esplodere”, non si traduce in una concezione spaziale claustrofobica: l’interno collassa, implodendo su se stesso. La permeabilità visuale non avviene esclusivamente lungo la direttrice orizzontale: il connettivo centrale sarebbe dovuto apparire separato dal reparto fermentazione e vinificazione da un sistema di vetrate a tutta altezza; insolite trasparenze su solai di copertura e intermedi, consentono l’accesso della luce zenitale e svelano scorci prospettici interni che dalla sala convegni – museo si rincorrono nella sala barriques delineando il profilo di un’architettura che, rinunciando a guardare oltre il suo involucro, volge il suo sguardo verso l’interno: un’architettura introspettiva.
Involucro e struttura rimangono saldamente ancorati, la leggerezza del vetro non sovverte la gravità dell’involucro, preferendo alla “manifestazione” indifferenziata del paesaggio la determinazione di scorci puntuali che meglio si adattano alle esigenze funzionali e alle caratteristiche estrinseche dell’architettura locale. La dialettica involucro-struttura viene così trasposta in un rapporto involucro-contenuto determinante un connubio “ibrido”, in cui un’estetica apparentemente tradizionale dissimula la propria anima tecnologica.
Indubbiamente, la particolarità dell’approccio progettuale denota una sensibilità dei progettisti nel non rapportarsi in maniera invasiva ed indifferenziata al contesto, e di individuare, nella componente paesaggistica, un ambito cui relazionarsi dinamicamente e imprevedibilmente. Il paesaggio diviene inattesa conclusione visiva degli interni, fuga prospettica orizzontale e zenitale, fattore determinante una dialettica improvvisa tra spazio escluso e concluso, individuo e contesto, modernità e tradizione. La permeabilità visuale è intesa come strumento “rivelatore” del contesto e delle sue tradizioni, architettoniche e vinicole. Il tradizionale processo di vinificazione che si svolge negli spazi della Cantina e nelle aree limitrofe, è ora un itinerario produttivo di cui il fruitore, attraverso la trasparenza visiva delle superfici orizzontali e verticali, è visivamente partecipe.
Il complesso si sviluppa su tre livelli; gli spazi, parzialmente o totalmente interrati, presentano, specifici requisiti termo-igrometrici, risultando perfettamente congrui ai processi di vinificazione e invecchiamento. Il sistema di rampe, scale, ballatoi, terrazzamenti, oltre ad assolvere la funzione di collegamento tra le diverse parti, scandisce la sequenza spazio-temporale del processo di vinificazione costituendo un vero e proprio itinerario vinicolo.
Il livello interrato, ospita un locale adibito all’invecchiamento in legno; il piano terra, è distribuito da un percorso, l’itinerario vinicolo, che ne ricalca la sequenzialità del processo: a sinistra, i locali adibiti a vendita diretta, sala degustazione, servizi igienici differenziati; a destra, due locali destinati ad uffici ed un deposito.
Proseguendo lungo l’itinerario, sulla sinistra sono ubicati il reparto fermentazione e vinificazione con annesso locale di servizi tecnici propri del vino, sulla destra il locale di affinamento da cui si accede al successivo reparto di imbottigliamento, che ospita il magazzino cartoni e materiali di confezionamento. La parte terminale del percorso, ospita il nucleo vero e proprio per l’invecchiamento in legno, con il locale tonneaux e barriques.
Al primo livello si accede tramite una scala, che si affaccia sui locali di fermentazione, vinificazione e affinamento in inox, dove, secondo la progettazione iniziale, sarebbero dovuti essere ubicati il museo del vino e delle tradizioni ed utensili contadini ed una sala di rappresentanza multiuso, destinata alla presentazione dei vini, convegni, degustazioni, corsi di sommelier. Museo e sala di rappresentanza sono separati dalla cantina sottostante, su cui si apre una visuale inattesa, attraverso un etereo “velario” vitreo.
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