MultipliCity
Europan 8 - European urbanity and strategic projects 2005/06 Livorno (I), Barriera Garibaldi
Competition, shortlisted
Dalla relazione di progetto La risposta alla molteplicità degli obbiettivi per la riqualificazione del quartiere Fiorentina a Livorno, luogo in cui sperimentare soluzioni a problemi comuni alla città contemporanea, parte dall'individuazione di una gerarchia dei bisogni. La storicità del quartiere che si manifesta attraverso l'evoluzione sociale che questi ha subito (si parla di subire nel momento in cui tali evoluzioni sono conseguenza di fattori spesso incontrollabili), ci pone oggi di fronte alla prima necessità di una riqualificazione intesa come riordino delle funzionalità e quindi delle socialità al suo interno: ricostruire per ricomporre. La generazione di funzionalità urbane diviene il mezzo con cui si creano nuovi flussi di percorrenza, ovvero il divenire di una moltitudine di moti e persone, multiculturalità costituente la nuova urbanità del luogo. Flussi, quindi elasticità e movimenti del tessuto diventano le linee guida lungo le quali disporre architetture, micro-macro chip che nutrono il sistema dei flussi. Contrapporre alla sprawl (espansione incontrollata) delle grandi metropoli della fine del XX secolo un nuovo sistema che riesca a contrarsi e dilatarsi in maniera equilibrata rispetto alle esigenze del luogo, anche e diremo soprattutto, rispetto all'ambiente naturale che le circonda. Appare chiaro di come all'interno della città di Livorno, l'ambito delle problematiche dalle macro dimensioni presenti nelle grandi metropoli, possa essere contenuto in un campo di più facile controllo così da poterne cogliere più facilmente obbiettivi e risultati: un ambito in cui la sperimentazione per una nuova urbanità potrà mostrarsi meglio.
Il nostro intervento vuole contro-bilanciare alla staticità dell'architettura presente che pare essere esempio di quella che Paul Valéry in Il metodo di Leonardo, definisce come eccezione (Per un edificio l'immobilità è un'eccezione: il nostro piacere viene dal camminarci intorno facendo in modo che l'edificio si muova a sua volta, godendo di ogni combinazione delle sue parti. Mentre queste variano, la colonna gira, le profondità indietreggiano, le gallerie scorrono: la fuga di migliaia di visioni) una nuova tipologia dell'essere, collocare all'interno della vasta area del mercato un nuovo sistema che riteniamo estendibile all'infinito urbano, multipli-city*, architettura porosa che interfacci alle dimensioni fuori-scala dell'intorno, più contenuti spazi pieni (abitati) e vuoti (percorsi), riuscendo a ridefinire l'importanza della luce attraverso il filtraggio sui materiali (metalli forati, vetro trasparente e traslucido, piani riflettenti come acqua e superfici specchianti). Questo nuovo spazio urbano in cui si collocano le funzioni collettive principali (centro culturale e di quartiere, centro sportivo con piscina pubblica, campi da basket, tennis, pallavolo, area a verde, aree di commercio e artigianato) diviene, insieme al nuovo snodo distributivo della ridisegnata piazza Garibaldi, il centro delle convergenze, flussi urbani e di quartiere, quella generazione di funzionalità, base per una nuova urbanità, per un ri-disegno del luogo, il suo ri-mutato essere, cioè abitare lo spazio.
La dilatazione spezzata di questo nuovo corpo urbano centrale colloca, attraverso preventive demolizioni, nuovi edifici abitati, architetture che inserendosi nel tessuto urbano esistente diventano materia con cui ricreare l'intera area residenziale che oggi sembra muoversi su precari equilibri sociali. Il modulo abitativo pur rientrando nell'ambito tipo di edilizia popolare appare come creatura nella cui progettazione si sono privilegiati elementi quali la flessibilità delle strutture, la funzionalità comune attraverso servizi al piano terra e la presenza di ampie piattaforme (ballatoi, logge e terrazze/giardino), spazi di movimento. Nell'ambito delle nuove residenze, la progettazione di alloggi sperimentali mobili, posti all'interno di moduli container, contribuirà alla realizzazione in tempi predeterminati dell'intero intervento, ospitando chi dovrà poi trovare collocazione nelle nuove architetture o nelle presenti residenze restaurate. Questi moduli, parte del multiplo potranno essere poi convertiti in forma stabile per altre funzioni tipo uffici, artigianato e commercio. L'alleggerimento della materia utilizzata per le nuove costruzioni, la loro flessibilità spaziale, la molteplicità dei materiali, ognuno per creare proprie sensazioni, tutto si muove verso la concezione lecorbusieriana di un'architettura che è fatta per essere percorsa, camminata, che provochi turbamenti e commozioni successive.
* La concezione di multiplo, ripetibilità al possibile infinito dell'oggetto architettonico parte dalla determinazione di un elemento primo (rappresentato simbolicamente da un frammento tettonico minimo) che come oggetto d'arte possa essere riprodotto in una variabilità di assemblaggi così da permetterne la dilatazione sul tessuto urbano.