RISTRUTTURAZIONE DI UN ATTICO SU DUE LIVELLI A ROMA - MENZIONE SPECIALE CONCORSO RIABITA 2008
Ristrutturazione di un attico in una palazzina dell'Arch.M.De Renzi degli anni '20 a Roma
L’intervento di ristrutturazione di un attico di circa 100 mq nel cuore del quartiere Trieste a Roma, all’ultimo piano di una palazzina del ’26, in muratura portante, con una distribuzione tipica dell’epoca, offre l’opportunità di verificare l’attitudine nei confronti dell’antico.
Le strutture preesistenti vengono conservate e bonificate ma non sono accettate con nostalgia o retorica e diventano, piuttosto, asse portante dell’espressione. L’analisi del contesto permette di individuare e selezionare una matrice per poi, depurando il superfluo, intervenire con modernità.
Dopo aver guardato con occhio attento alla storia si comincia a pensare come scalfirla introducendo contemporaneità, intervenendo senza distruggere la preesistenza ma condividendola ed esaltandola.
I committenti, una giovane coppia con tre bambini, richiedevano una casa con grandi spazi giorno e un elevato grado di flessibilità, quattro camere da letto, quattro bagni e soprattutto uno spazio verde da vivere come parte integrante della casa. Quando la superficie non basta per organizzare funzioni e per inventare modelli abitativi non convenzionali diventa necessità il totale ripensamento degli spazi che, se pur ridotti in pianta, si espandono felicemente in altezza.
Così,una volta demolite tutte le partizioni che nel tempo avevano alterato la purezza della struttura e riconseguita l’originaria continuità degli spazi, eliminando i segni impropri, è stato introdotto, al di sotto del tetto ristrutturato e risanato, in precedenza nascosto completamente dalla camera a canna, un sistema di soppalchi e scale, ballatoi a sfiorare i muri e un piano di vetro sospeso, che permettono di muoversi nello spazio in tutte le sue dimensioni, ribadendo la continuità dei flussi di collegamento tra i vari ambienti.
L’appartamento si articola come un attento gioco di rarefazione e compressione che si percepisce fin dal corridoio-ingresso che, come un cannocchiale prospettico, permette di leggere subito tutta l’articolazione dello spazio. Gli ambienti, prima bui e chiusi, sono ora attraversati dalla luce che spinge lo sguardo e l’attenzione verso l’alto creando, nello stesso tempo, una suggestiva sensazione di sospensione.
Privilegiare la luce, la continuità visiva e la massima fruibilità sono i parametri ispiratori di tutto il progetto di ristrutturazione che disegna un ritmato insieme dalla riconoscibile geometria, le cui le funzioni vengono espletate in condivisione, senza alcun limite architettonico ma attraverso una continuità visiva e spaziale, reale e virtuale.
Attraverso il corridoio-ingresso, non barriera ma filtro , si accede alla zona giorno della casa che da un lato si affaccia sulla terrazza e dall’altro, attraverso il finestrone della cucina, sugli spazi verdi di piazza Trento fino a guardare il profilo dei Castelli Romani.
La scelta di finiture bianche, di materiali quali il parquet a listoni di rovere, la pietra chiara-perlato di Spagna- in cucina e nei bagni, accostato a grandi lastre di vetro saflex, il vetro trasparente dei piani orizzontali, il grigio delle travi in ferro e degli acciai, lo smalto ad acqua e il marmorino per pareti e mobili, contribuiscono a creare un’immagine rarefatta e rigorosa.
Fotografie: Filippo Vinardi