Il progetto di restauro ha interessato tutto il complesso della "Bela Rosin", che comprende, oltre al Mausoleo, i bassi fabbricati a lato dell'ingresso, il parco ed il muro di cinta con l'ingresso aulico, la cancellata pilastrata con al centro lo stemma dei Conti di Mirafiori. Per aggiornarne la fruibilità sono state inoltre eseguite alcune opere complementari, come l'inserimento, in unarea secondaria del parco, di un fabbricato di servizio, realizzato come se fosse unestensione del muro di cinta; i resti dell'altare, che non restituiva più l'essenza di quello che era e rappresentava in origine dall'interno del mausoleo, sono stati trasferiti all'esterno, nel parco; il parco è stato ridisegnato con una maggiore articolazione dei percorsi e della vegetazione.
L'architettura del Mausoleo deriva da quella del Pantheon romano perché la famiglia volle che la moglie morganatica di Vittorio Emanuele II fosse sepolta in un edificio simile al mausoleo dove vennero collocate le spoglie del primo re d'Italia.
I riferimenti all'architettura del Pantheon romano, anche se in scala fortemente ridotta, sono sorprendenti: le proporzioni sono le medesime, stessi gli elementi costituenti la fabbrica < pronao, avancorpo, rotonda e cupola (che culmina in un oculo centrale, unica fonte di luce naturale della cella) > simili gli ordini e gli apparati decorativi. Il pronao è più basso dell'avancorpo e presenta uno spazio coperto molto profondo diviso in tre navate da quattro file di colonne. Al fondo della navata centrale è aperto l'andito di ingresso alla cella, costituita da uno spazio circolare rotonda, coperto da cupola emisferica.
Elemento generatore dell'impianto geometrico della cella è il cerchio: il diametro interno della rotonda è uguale all'altezza della cella e il suo raggio coincide con il raggio della cupola. Le pareti interne della rotonda sono ripartite in un ordine inferiore, di derivazione corinzia, contrassegnato da un'alta trabeazione e da un ordine superiore o attico, sulla cui cornice si imposta l'intradosso della cupola. Gli ordini svolgono un ruolo fondamentale nella definizione dell'immagine architettonica. Unintelaiatura di elementi verticali e orizzontali scandisce l'edificio. All'ordine del pronao, che si estende alle pareti dell'avancorpo, segue l'ordine inferiore dell'aula e quello dell'attico.
Per il forte degrado in cui versava, in rapporto alla sofisticata tecnologia con la quale era stata costruita, la cupola emisferica (del diametro di sedici metri, con decorazione interna a lacunari: cassettoni in prospettiva trompe-l'oeil), e stata uno degli elementi del plesso più difficili da restaurare.
Come la cupola del Pantheon di Roma la grande volta è costituita da uniniziale muro sporgente di mattoni pieni, sino alla quota di circa dodici metri dal pavimento e da una calotta di mattoni forati che si interrompe in corrispondenza dell'oculo centrale.
Se per il tempio il progetto di restauro è stato attento a coniugare il recupero delle valenze antiche con le esigenze di riutilizzo, gli interventi sui bassi fabbricati hanno riportato i due edifici all'impianto ottocentesco, liberandoli dai tamponamenti introdotti nel Novecento, integrando le mancanze con tecnologie attuali ma congruenti con l'architettura delle fabbriche.
La nuova veste del parco contribuisce infine a restituire - anche visivamente - alla città il Mausoleo: simbolo/monumento di altissimo valore architettonico che con la sua forza centripeta dona significato a questa area di confine sulla sponda del Sangone.