Sky Villa
Un progetto che tenesse conto dell’architettura che aveva al di sotto e che al contempo si librasse verso il cielo. Il cerchio, forma sintetica, generatrice, è stato quindi posto alla base del processo compositivo.
Il progetto prende le mosse da una situazione fortemente vincolata: studiare un’alternativa in corso d’opera per gli ultimi due livelli di un palazzo di nove piani, situato sulla parallela del lungomare di levante della città di Pesaro. La conformazione dei primi nove piani era già definita, con essa anche la struttura portante ed impiantistica. Bisognava quindi inserirsi in uno schema dato, tentando allo stesso tempo di creare un’identità compositiva indipendente. Sviluppare un progetto che tenesse conto dell’architettura che aveva al di sotto, che rispettasse tutte le volontà della committenza, anche le più puntuali – spazi per l’arte, spazi all’aperto, una piscina ad alta quota (!!!) – e che allo stesso tempo si librasse verso il cielo. Il cerchio, forma sintetica, generatrice, è stato quindi posto alla base del processo compositivo. Definita un’ampiezza che potesse incontrare in più punti possibile le colonne montanti ed i cavedi per gli impianti, si è proceduto tenendo sempre il timone verso l’obbiettivo primario: una villa adriatica, materica, con ricercate aperture verso un panorama vasto come può essere quello del litorale del Montefeltro, imbrigliato tra la dorsale appenninica ed il mare Adriatico. Tra la villa ed il mare, un grande albergo, di pochi metri più alto, ma sufficiente ad occludere la vista ortogonale alla spiaggia, che poteva essere un ulteriore e definitivo ostacolo, si è trasformato in utile sponda per il disegno degli interni: ogni ambiente, in base alla posizione, si concede estroverso od introverso, si mostra o si nasconde, andando a ricercare il mare nei due punti di fuga lasciati liberi dall’edificio davanti. Così facendo, elide dagli occhi di chi lo abita la vista dell’ostacolo, compiendo il destino del suo nome: una villa al cielo.