Ex Ospedale Psichiatrico di Aversa "Santa Maria Maddalena"
L'area della Maddalena di Aversa, che ospitava l'ex Ospedale Psichiatrico, si estende per circa 17 ettari, confinando con i comuni di Trentola-Ducenta e Lusciano. L'intera area è di proprietà dell'ASL di Caserta, tranne il complesso denominato "Leonardo Bianchi" di proprietà del Comune di Aversa. La Maddalena è quindi una vasta zona di rilevante valore storico, sociale, artistico e naturalistico. Quasi 12 ettari dei 17 complessivi sono formati da "verde" e questo ne fa il più esteso polmone di tutto l'Agro-Aversano.
Il complesso fu fondato da Carlo I° d'Angiò nel 1269, fuori porta San Nicola ad Aversa, come Hospitium Lebrosorum, su di una preesistente e ancor più antica cappella. Nel 1240 il convento fu occupato dai Minori Conventuali e dieci anni dopo l'aversano Iacopo Scaglione fece costruire un meraviglioso chiostro in piperno. Questo fu ampliato successivamente dal frate Angelo Orabona, arcivescovo di Trani, che aggiunse anche un pozzetto marmoreo con lo stemma del casato e affreschi alle volte dei portici con storie francescane. Nel marzo del 1813, i francescani occuparono il Convento di San Domenico e per volere di Gioacchino Murat, il complesso si trasformò in "Reali Case de' Matti" del Regno di Napoli.
Quello di Aversa fu il primo Manicomio del Sud Italia.
Nel 1978, la legge 180 stabilì la chiusura degli istituti psichiatrici tentando di restituire dignità, diritti e possibilità di inclusione sociale a migliaia di internati.