IL CONFINE COME TRANSIZIONE
Progetto fotografico relativo alle aree di collegamento tra Napoli e Caserta.
TESTO DI RAFFAELE CUTILLO
Mario Ferrara ha indagato il limite e lo ha circoscritto.
Ha vagabondato intorno ai suoi confini restituendone le spalle e il retro sconosciuto, pareti di circonferenza che lasciano, in apparenza, solo il rimbalzo.
E ogni volta lo sguardo si é fatto sudore nel tentativo maniacale di frantumare quella impenetrabilità, vuoto e terra di nessuno, implosione di bellezza e degrado, gorgo che tutto divora in sé e tutto sputa al cielo.
E' rimasto lì impassibile per lungo tempo, fermamente deciso, operando leggere traslazioni del punto di vista e impercettibili variazioni strategiche dello sguardo. Felino in attesa dello scatto definitivo. Questa serie di immagini in mostra sono, finalmente, il superamento di quel confine che si é rivelato transizione e attraversamento inaspettato. E la sua fotografia, come parola anticipatrice, apre ora nuovi spazi all'indagine del paesaggio e dell'anima lasciando affiorare bellezze prima solo defilate, forme occultate, sovrapposizioni materiche, suggestioni e verità denudate dalla luce accecante dei lampioni.
Ma é l'oscuro della notte a dominare, patina per quell’immaginazione ancora necessaria pur nella rottura del limite che ha illuminato l'ignoto. Mario Ferrara sa che, nella transizione, ci avvicineremo inevitabilmente ad un ulteriore confine, e ad un altro ancora. Condannati a una esistenza sequenziale di ombre e luci, impotenti nel ritmo incontrollabile di attraversamenti e barriere.