Ricostruzione della biblioteca della Stazione Zoologica Anton Dohrn a Napoli
Progetto finalista
Decimo premio ex aequo
Svelare le stratificazioni, mostrare le aggiunte, sottolineare le parti per leggere le trasformazioni nel
tempo del più antico Acquario d'Europa nella Villa Comunale di Napoli.
La dimensione, le appartenenze, i margini creano una complessità che impone gli interrogativi per il
progetto.
La nostra ricerca si preoccupa di individuare le modificazioni, gli intrecci e le tracce più profonde,
inalterate e connotative sulle quali posare, conformare, tracciare il progetto fisico o mentale di
riconoscimento.
Le parti si confrontano in un rapporto dialettico tra consistenze differenti per un dialogo a distanza che
trasforma il Landmark. La cattura delle presenze o la loro dissolvenza è il paesaggio che noi osserviamo nella sua consistenza fisica, unica.
Questo tassello urbano dovrebbe assumere i dati caratterizzanti l’insieme del tessuto edilizio di Napoli
soprattutto essendo destinato alla cultura e al tempo libero.
Una icona sobria, nel rispetto dell’attuale architettura di cui è parte, che riordini il vuoto nel quale si
protende e al quale appartiene, che inviti all’uso delle sue strutture.
Nel percorso progettuale si vanno chiarendo le necessità con gli intenti figurativi: accessibilità, riconoscibilità, uso delle parti. La dimensione urbana, fatta di parti costruite in epoche diverse ma solide per la loro testimonianza, è ampia e composta di parti consolidate nel ruolo, la separazione quindi è stata la scelta per lavorare, con l’intento di consolidare l’istituzione “Stazione zoologica” e farne un elemento di innesto per il riordino dell’area, per l’appropriazione fisica della parte, per una sua più propria connotazione, un polo architettonicamente ancora più rilevante per la conoscenza.
L’obiettivo del concorso è la primaria esigenza funzionale di ampliamento degli spazi per la ricerca e di
attività di formazione ai piani 1°, 2° e 3°, e di ampliamento dell'acquario pubblico al piano terra,
mediante una architettura di qualità, che riesca a riqualificare l’area circostante e a promuovere un
avvicinamento alla biologia marina.
L’impianto della parte centrale esistente sia al Piano interrato che al Piano terra, con gli archi che arrivano in facciata, che sorreggono le travi ed il solaio del piano primo è conservato nella parte strutturale e su questo, si sviluppa il nuovo ampliamento, che è disegnato secondo una geometria semplice. La conservazione di questa parte è una traccia delle aggiunte nel tempo.
Il principio della sovrapposizione, della facilità di lettura degli strati, di limitare al massimo le
demolizioni è la base da cui si è sviluppato il progetto.
Il nuovo si innesta nell' esistente con la giusta distanza critica necessaria per far leggere le sospensioni
tra le parti.
Il progetto è pensato come un volume calato tra le ali est ed ovest, rigato da facciate con una trama
scintillante in ottone, con il disegno influenzato dalla necessità di ombreggiamento e per godere dei
traguardi verso il mare e la città. La permeabilità delle facciate ha l’obiettivo di far filtrare l’attività interna all’esterno e viceversa. Il nuovo ampliamento, come progetto urbano, si innesta nella città per modificarne una parte, introducendo la necessità di riqualificare gli spazi esterni.
Le relazioni spaziali fra la parte di nuova progettazione e l’esistente reinventa quindi una continuità
che comunica a distanza con le importanti presenze figurative della città. Ma all'opacità ed alla gravità della massa pesante qui preferiamo quella della forma leggera, sospesa tra le trasparenze per svelare le aggiunte nel tempo. La sfida è la scrittura della memoria degli strati. Il programma funzionale risolto nei quattro piani fuori terra, è dichiarato all'esterno secondo una stratificazione di forme semplici declinate nella monocromaticità dorata. Uno scrigno opaco al piano terra, arretrato dai preesistenti archi di
facciata contiene il nuovo spazio delle vasche che sono state inserite nelle nicchie tra le murature esistenti da conservare, insieme alle vasche tattili poste nella fascia centrale.
Al piano primo il volume arretrato trasparente con montanti in vetro stratificato, è un'assenza materica
necessaria per far leggere la gravità leggera, ovvero la sospensione del nuovo innesto nell'esistente.
Le nervature di facciata sono strutturalmente collaboranti. La struttura portante è portata all’esterno e fatta coincidere con l’involucro stesso dell’edificio: l’immagine del sistema strutturale, esibito senza finzioni, diventa quindi l’immagine stessa dell’architettura, assolvendo così più ruoli: sostegno, involucro, necessità di ombreggiamento per ottimizzare i consumi energetici. Le grandi vetrate, schermate da tende a rullo controllate automaticamente in base all'intensità della luce, rispondono alla logica compositiva dei fronti e offrono viste dell’interno con tagli prospettici sul paesaggio urbano.
L'organizzazione tipologica per fasce, con un sistema distributivo che ruota intorno ad un nucleo
centrale è il risultato delle interferenze del nuovo innesto a tutti i livelli, che contamina il ritmo della
struttura, la disposizione dei divisori, la tessitura degli elementi di arredo.
Il disegno dell'esterno contamina l'edificio principale e da esso è generato, in un meccanismo continuo
di simbiosi e rimando che contribuisce alla complementarietà percettiva e funzionale della fruizione.
Segnali di accesso sui fronti nord e sud: una nuova piastra di pavimento in pietra lavica, basamento
dell'aggiunta dorata, guida il visitatore tra le trasversalità dell' architettura preesistente e le aiuole-isole,
mediante bordi scavati da scale e rampe di raccordo.
A nord una grande vasca d’acqua incassata nelle pavimentazione favorisce la riflessione della facciata
delle edificio storico sulla superficie e proietta all'esterno le vasche interne dell'Aquarium.
Lo spazio caratterizzato dalla presenza del nuovo specchio d'acqua nella bella stagione dovrà contribuire a mitigare il calore ambientale, anche attraverso il "suono" prodotto dallo scorrere dell'acqua.
Una lunga seduta racconta lo stare, il leggere e l’incontrarsi.
L’architettura deve possedere valori suoi propri per durare nel tempo ed offrirsi a cambiamenti temporanei che non ne stravolgano le qualità; per questo i materiali per le sistemazioni a terra e per gli
edifici sono scelti per sostenere le variazioni climatiche che non necessitano di manutenzione continua.
La relazione fra i diversi materiali e le diverse tonalità sono il tema architettonico portante dell’insieme progettato: continuità degli innesti e interferenze denotano l’appartenenza o la derivazione e si prolungano negli interni.