A MISURA D'UOMO
Il parco degli Acquedotti, gli studi cinematografici di Cinecittà, la vasta area urbana dell’omonimo quartiere segnato dalla speculazione edilizia degli anni ’60, soggetti indimenticabili per la fotografia di film quali Mamma Roma interpretato da Anna Magnani per la regia di Pier Paolo Pasolini, sono lo scenario storico, urbanistico e culturale in cui è inserita questa unità immobiliare.
Le richieste della committenza, una giovane coppia (imprenditore lui ed esperta di arte lei), sono quelle di ottenere un ampio soggiorno di circa 100,00mq con cucina a vista, un bagno per gli ospiti, una grande camera da letto per i bambini che nel frattempo sono diventati due, una camera padronale con spogliatoio e bagno.
Posizionato al primo piano di un edificio su tre livelli, l’appartamento di 160,00 mq è collegato al piano intermedio con un giardino di 600,00 mq, caratteristica che influenza le scelte progettuali impostando la distribuzione delle funzioni in modo tale da espandere lo spazio del soggiorno verso il giardino per mezzo dell’ampio terrazzo lineare.
A dispetto dello stato di fatto, contro quelle che sono state per lungo tempo le abitudini familiari, la casa dei nonni, condensata da una memoria dura da intaccare e pregna di una fitta rete di confini psicologici ed emotivi, viene divisa in maniera completamente diversa.
Un scelta quasi obbligata dal luogo quindi, privilegia la posizione della cucina verso la parte più privata della casa, che sfuma sulla terrazza (di 40,00mq) che, a sua volta, sfuma nel paesaggio a ridosso del giardino, dal quale è possibile accedere all’appartamento per mezzo di un ingresso indipendente.
Questa nuova disposizione si riappriopria innanzitutto dei circa 35,00 mq di connettivo, lo spazio che precedentemente era dedicato ad una distribuzione caotica e rigida allo stesso tempo.
Ai singoli ambienti, diversi per funzione, inquadrati nella maggior parte dei casi da un’unica finestra che rende statico il paesaggio circostante, si sostituisce uno spazio fluido che trascina la ricerca formale in una vera e propria danza, dove i volumi si sostituiscono alle figure che, come nel quadro omonimo di Matisse, La Danza, senza soluzione di continuità, si rincorrono e si avvolgono, svelando le relazioni reciproche e non, delle funzioni del pranzo, della cucina e del soggiorno.
Le grandi superfici vetrate, scandiscono e sottendono questo ritmo, enfatizzando l’idea di una separazione che è solo apparente.
E’ la preesistenza di tre pilastri che detta la scansione della composizione e diventa lo spunto per questa organizzazione di tipo circolare.
Da elemento di ostruzione si trasformano in elementi funzionali per gli impianti tecnologici audio-video, del quadro elettrico (a tutt’altezza) per la gestione domotica dell’appartamento, sono luci e contenitori che con la loro fisica presenza suggeriscono visioni multiple cui fa da sfondo la libreria costituita da quattro monoliti che per conformazione generano uno spazio dinamico sulla parete che divide la zona notte da quella giorno.
Variabili per spessore, larghezza, altezza e finitura sono pensati come autosufficienti, autoreferenziali, e quindi dotati di un proprio equilibrio anche in assenza di ulteriori contenuti.
L’ampia isola della cucina a vista, impone la sua presenza in uno spazio troppo spesso legato ad una rappresentanza occasionale, il salotto buono, ma che nella quotidianità è il fuoco che, come in un rituale ancestrale, raduna la famiglia.
Questa è realizzata completamente in Corian, è esposta su due lati garantendo una luce variabile nel corso del giorno, e domina la vista del living offrendo il totale controllo dello stesso.
Il piano operativo di 3,60 x 1,20 ml sottende la sua funzione enfatizzata dal cambiamento cromatico-materico della pavimentazione, e sottolineata dal ribassamento del soffitto che ospita i sistemi tecnologici dell’illuminazione, dell’impianto a tutt’aria e della cappa a filo.
La parete frigo-forno-dispensa comprime lo spazio ed il piano adiacente a sfioro della grande finestra bilicata, completa la composizione.
I varchi asimmetrici, tra il blocco degli elettrodomestici e la parete di confine con la terrazza, gerarchizzano i passaggi favorendo il movimento dei bambini da questo lato, incoraggiati anche dal fatto che in questa porzione dell’isola che guarda il soggiorno, è stato dedicato lo spazio per sedersi e consumare una colazione o un pranzo veloce, isolando la parte dei fuochi, di pertinenza dei genitori.
Di fronte, la parete cinema con impianto dolby surround a scomparsa gestito in remoto con applicazioni Ipad riproduce, complici gli scenari di ambientazione di luce, la sensazione di una sala home theater.
Una delle due porte Invisibili separa il soggiorno dalla sala da bagno per gli ospiti.
Questa gioca su due quote conferendo ai piani del pavimento una sensazione di galleggiamento che sottolinea, per materia e finitura, le diverse funzioni: la parte dei lavabi e quella della vasca e dei sanitari.
L’autorevole mensola in legno laccato bianco ospita i due lavabi della Moab a cui sono abbinati la rubinetteria della Fir; della stessa linea il gruppo da piano ed il soffione a soffitto per la grande vasca in Corian realizzata in opera; la purezza formale e la sensazione vellutata propria del materiale compensano le finiture della parete ed del pavimento rivestiti in lastre Concrete Brown della DSG.
Il tema della fluidità è ripreso nella camera da letto padronale dove un monolite rivestito con lastre della Laminam 3000x1000x3,5mm diventa lo spunto intorno al quale ruotano il bagno la doccia con piatto a filo pavimento e scarico tipo Canalinea realizzati su misura per una lunghezza di circa 2,20ml;
il triplo ingresso bagno/spogliatoio/doccia realizzato con una parete vetrata, sottolinea l’indipendenza dalla zona letto in cui viene garantito un maggior grado di privacy nel rispetto dei diversi orari di utilizzo della coppia.
La camera dei bambini è un grande spazio per il gioco ma è pensata per essere potenzialmente divisa ed autosufficiente (grazie alle predisposizione degli impianti ed ad un ingresso indipendente) in futuro non troppo remoto. Questa affaccia sulla terrazza che guarda il cortile interno del comprensorio ed è esposta a Ovest, garantendo uno spazio particolarmente luminoso nel pomeriggio, quando i bambini tornano da scuola.
La luce, sia naturale che artificiale, rappresenta un fattore fondamentale per la lettura della composizione enfatizzando le superfici lisce o lavando quelle materiche dove la fanno da padrona le tecnologie Led, con linee omogenee emittenti e apparecchi illuminanti in gesso che si fondono nel soffitto.
Superfici apparentemente neutrali, l’uso ossessivo del bianco, fanno da sfondo ad uno spazio che consegna il testimone alla committenza, in attesa di quotidianità, di oggetti e simboli che nel tempo, cuciranno su di esso le proprie personalità.