La Madonna della Misericordia di Piero della Francesca
Un percorso di avvicinamento e racconto quello progettato da Migliore+Servetto Architects per l’esposizione a Palazzo Marino della Madonna della Misecordia di Piero della Francesca.
In mostra fino all'8 gennaio 2017.
All’ingresso, un’ampia quinta, sovrastata da un grande velario dorato in caduta dall’alto soffitto, definisce il primo momento di accostamento ai contenuti e alla storia dell’opera esposta. Da qui, oltrepassando la parete grafica, il visitatore si ritrova ad una quota sopraelevata in affaccio sulla ampia sala Alessi al cui centro un sistema di quinte velate incornicia e accoglie la Madonna della Misericordia, circondata da un frame luminoso. Il primo sguardo che si offre al pubblico non si concentra però sull’opera quanto sul legame con il più ampio polittico di cui essa è parte, per restituirne il senso della sue relazioni. Sullo scuro fondale scenico una linea dinamica di luce ridisegna in successione tutte le parti mancanti del polittico, per poi spegnersi e lasciare la scena alla sola tavola pittorica, puntualmente definita dalla luce.
“Adattare l’occhio e la mente a capire la composizione e la genesi di un grande capolavoro, questo l’obiettivo del percorso di avvicinamento disegnato per l’esposizione della Madonna della Misericordia a Palazzo Marino a Milano.
Un percorso di narrazione, di luce e dinamicità, di altezze e prospettive differenti, per portare il visitatore a confrontarsi con la tavola pittorica, con il suo inserimento all’interno del polittico che la racchiude e con la sua storia.
Nella sua concezione questo processo è visto come una sorta di processione laica verso la conoscenza di uno dei capolavori di Piero della Francesca.
Un avvicinamento strutturato in quattro momenti successivi che, attraverso dinamiche sequenze sceniche e narrative, svela man mano e contestualizza l’opera. Il tutto per portare il visitatore in prima persona a misurare, conoscere, osservare, fino a giungere al vis-à-vis, alla vista “nuda e cruda” dell’opera, sottolineata in tutto il suo valore solo dalla luce.” Ico Migliore e Mara Servetto