Podere 46
L’edificio sorge su un poggio della Maremma Toscana, in un’area bonificata negli anni ’30. Il complesso si compone di una unità padronale, con un ampio soggiorno vetrato e di un’ala semi‐indipendente per gli ospiti, ricavata nell’ex rimessa per gli attrezzi.
Il progetto nel riorganizzare la preesistenza, cerca di forzare la natura introversa e domestica del podere fascista aprendola alla dimensione larga del paesaggio, così lo spazio esterno si organizza geometricamente secondo una analitica riduzione a campi neoplastici acquisendo in tal modo una dimensione architettonica ed antropizzata, in modo inverso la spazialità interna, attraversata dalla scomposizione di tali campiture assorbe la dimensione del paesaggio organizzandosi in una sequenza di patii (giardini d’inverno) e spazi d’uso. L’elemento di maggiore aggettivazione plastica risulta essere il nuovo soggiorno, riconversione della stalla in antico podere, caratterizzato dall’introduzione di alcuni frammenti a forte vocazione poetica: la copertura in acciaio corten piegata a simulare una tensione dinamica e dell’attraversare ed il camino che con la sua tensione verticale diviene emblema e simbolo di un nuovo concetto dell’abitare.