Il luogo: sulle pendici del colle di Scorcola, una palazzina di tre piani, costruita agli inizi del secolo con caratteri tardo eclettici. Al piano terra, i locali che in origine ospitava gli uffici del proprietario - imprenditore.
Il progetto doveva riorganizzare e dar forma agli spazi di un edificio che, nella sua articolazione spaziale e strutturale, proponeva le sequenze dell'abitare borghese del periodo umbertino; doveva creare, per una coppia, una dimora contemporanea, affacciato sul giardino terrazzato, conservando alcuni riti della vita del '900.
Una casa poco "disegnata", non segnata da stilemi, sobria e parsimoniosa anche nell'uso di materiali e colori - un bianco e nero che potesse modificarsi ed arricchirsi al variare dei diversi toni, umori e cromatismi del vivere quotidiano.
L'ingresso, che avviene direttamente nella grande cucina grazie alla particolare ubicazione e al favorevole orientamento, è segnato da lastre in pietra d'Aurisina chiara, poste su piani a diverse quote, che lo delimitano dallo spazio più propriamente domestico, pavimentato in lastre di arenaria. Sulla destra si apre lo spazio mediano che separa le zone notte e giorno. I materiali - pavimenti in doghe di rovere, pareti in calce rasata, mobili in legno di acero - che definiscono e avvolgono gli ambienti quasi senza soluzione di continuità, sono pochi ed essenziali ma attraverso la luce, che mette in risalto trame, venature e trasparenze, vogliono dare il senso permanente dell'abitare.