Storie naturali
Fu un esplosione atomica da diecimila megatoni che scatenò l’inverno nucleare
dando inizio ad una migrazione senza meta, chi a piedi chi con mezzi di fortuna, tra cadaveri, lande desolate e terre ormai irriconoscibili.L’unico luogo ancora in grado di ospitare i sopravvissuti era la zona un tempo considerata la più calda. I nuovi nomadi quindi, migrarono verso quei luoghi; piramidi, chiese, moschee, templi, ogni costruzione umana appariva sul loro cammino prigioniera del gelo.
Giunti in un luogo ritenuto idoneo iniziarono la costruzione del loro riparo. Scavarono un cratere seguendo la linea equatoriale, al suo interno eressero alti muri senza finestre né aperture e posarono il tetto su piloni posti all’interno, lasciando uno spiraglio per l’illuminazione. L’intera struttura quindi, si presentava come un enorme corridoio alto 99 metri e largo 66, con una sola porta di materiale ferroso alta 1.70 metri e larga 60 centimetri situata su la parte corta esposta ad est.
Per potere evitare problemi di ordine si decise che non ci dovessero essere spazi chiusi; ogni attività doveva essere svolta davanti agli altri, che sarebbero diventati allo stesso tempo, controllati e controllori.
Per delimitare gli spazi personali, invece, furono tracciati dei segni a terra, diversi in base alle necessità di chi ne avrebbe usufruito; la proprietà era invalicabile, nessuno osava invadere gli spazi altrui.
Attualmente gli individui che abitano la struttura sono mutati, la loro realtà, ormai, è solo quella del corridoio, il ricordo stesso della porta, che avrebbe permesso una futura ripopolazione, è svanito.
Nonostante non soffrano più per la costrizione che quel luogo gli impone, sentono ancora il bisogno di un intimità perduta. A causa di questo sono spinti a vedere, al posto delle linee, veri e propri muri invalicabili.
L’unico segno del mondo al di fuori è la lama di luce che penetra dalla fessura tra la cima dei muri e il soffitto, ma sono talmente assuefatti alla loro attuale vita, da non poter credere che quella luce giunga da un esterno che, per loro, non è mai esistito.