Casa CS. Bari, Italy
L’edificio oggetto dell’intervento è collocato nelle vicinanze della piazza principale di Bitritto, centro abitato limitrofo alla città di Bari, in un lotto angolare inserito in un tessuto compatto, caratterizzato da edifici molto diversi tra loro per natura qualitativa e periodo di edificazione. L’immobile, realizzato alla fine degli anni sessanta, si presentava come uno dei numerosi episodi di edilizia speculativa, esempio di una peculiare identità edilizia dell'hinterland, occasione di studio per interventi di riprogettazione, con il doppio obiettivo di dare ordine e qualità alla frammentazione esistente, da un lato e rispondere ai temi del riuso e recupero del patrimonio edilizio esistente dall'altro.
La principale richiesta della committenza consisteva nella trasformazione da edificio con più destinazioni d'uso a residenza unifamiliare.
Elemento cardine del progetto è stato il ripensamento dei nuovi rapporti che sarebbero intercorsi tra nuova architettura ed il contesto intorno, la nuova vita cui erano destinati gli ambienti interni e le conseguenti relazioni di questi con l’esterno secondo una nuova unitarietà volumetrica ottenuta con radicali interventi di demolizioni e successive parziali ricostruzioni.
L’edificio è stato distribuito con una zona giorno al piano terra, zona notte al primo piano ed uno studio al piano superiore dove si genera la relazione più forte con lo spazio aperto dovuta alla presenza di un ampio terrazzo che si apre sull’angolo offrendo la vista della Cattedrale, riferimento del centro abitato, e di un patio schermato da pannelli lignei apribili sulla via principale.
Fondamentale è risultata la risoluzione del rapporto con la strada e con la luce naturale.
Se infatti era necessario isolarsi dal piano stradale per ragioni di privacy, allentando il rapporto con essa, era altrettanto importante illuminare gli spazi interni con una illuminazione naturale, corretta e di qualità.
Così, si è pensato, di chiudersi e sollevarsi dalla quota zero: la facciata ad est è completamente cieca nella parte basamentale mentre quella a sud è stata arretrata e diaframmata con un brise-soleil, illuminando l’interno e dotando lo spazio di una piccola pertinenza verde. Altra fonte di luce su cui si è concentrato il lavoro è il vano scala, totalmente trasformato da struttura in cemento armato ad elemento in acciaio e legno, leggera e sospesa, un “camino di luce” che dalle ampie aperture all'ultimo piano conduce ed illumina tutto l’interno fino alla zona giorno inferiore.
Le demolizioni hanno interessato anche le solette dei balconi che avvolgevano l'immobile ai piani superiori, emblema della speculazione e di un modo di costruire fatto di aggiunte prive di ragion d’essere, al più generate da una mera esigenza funzionale.
Si è preferito protendersi verso l’esterno con dei bow-windows puntuali e direzionati secondo punti di osservazione privilegiati (Cattedrale, piazza e centro storico).
STRUTTURE
G. Pantaleo
CONSULENTI
A. Esposito, G. Vecchi
COLLABORATORI
A. Berardi, A. Carannante