NUOVO SCIENCE CENTRE DI CITTA' DELLA SCIENZA DI NAPOLI
Progetto di concorso per il nuovo Science Centre della Città della Scienza di Napoli
3° classificati
Capogruppo: DGT Architects, Paris
Il progetto per la Città della Scienza di Napoli è stata concepito come un oggetto unitario, sospeso in un forte contrasto tra la travagliata memoria storica e i nuovi problemi ambientali e sociali di un futuro che non possiamo più rimandare.
Come è noto, la Città della Scienza oltre a ricoprire un importante ruolo nella promozione e diffusione delle cono- scenze scientifiche e tecnologiche, ha dato un notevole contributo ai processi di sviluppo e riqualificazione dell’area di Bagnoli.
Nei suoi anni d’attività, dall’inaugurazione nel 2001 e fino alla sua distruzione in un incendio doloso nel2013, il Science Centre era divenuto il principale museo interattivo della scienza in Italia per la qualità dell’offerta, dei contenuti, per l’alto livello di interattività, per le dimensioni dei suoi spazi e per l’innovazione delle tecnologie di comunicazione contenute nelle sue aree espositive.
Il nuovo Science Centre vede la sua rinascita sul sedime della vecchia struttura e di quanto si è salvato dal tragico incendio di quel 4 marzo. Nell’idea preliminare di progetto qui presentata, la memoria del passato viene evocata con chiarezza attraverso il mantenimento dei pilastri e dei lacerti di muratura sopravvissuti al disastro. Il ritmo preciso della maglia strutturale e l’inserimento di nuovi pilastri in legno in luogo di quelli andati completamente perduti ri- costruisce il percorso della memoria attraverso la riproposizione dell’impianto tipologico originario. I nuovi volumi si articolano partendo dell’edificio del Teatro e si sviluppano riprendendo l’impianto, le proporzioni ed il ritmo di quanto andato perduto, quasi a volerlo sostituire con discrezione e rigore. In realtà proprio davanti alla piazza centrale, sotto la presenza austera della ciminiera, i volumi si staccano dal suolo in un equilibrio fragile e potente tra i pilastri del vecchio edificio e i nuovi materiali.
Il suolo viene così liberato per generare una forte relazione tra il mare ed il cuore della Città della Scienza. Tutta la zona retrostante, il Centro Congressi, il Centro di Alta Formazione, il Bic, immediatamente si proietta sulla grande piazza sovrastata dal museo soprelevato; immediatamente il golfo di Pozzuoli ed il Mediterraneo diventano parte di tutti gli spazi museali, dei luoghi di lavoro e di incontro.
Il nuovo edificio riprende le proporzioni e l’impianto delle antiche campate industriali ma compie un gesto ardito ed inaspettato sollevandosi da terra per ‘concentrare’ il paesaggio su di sé, per costruire una relazione intensa e dinamica tra l’ambiente naturale e quello artificiale in cerca di una nuova definizione. Questo equilibrio tra il mare e la costa, tra il naturale e l’artificiale si ritrova anche nel difficile dialogo tra un passato in parte doloroso e la voglia di recuperare un nuovo futuro.
Ecco che quindi il nuovo edificio non si limita a ‘sostituire’ ma si impone con una propria identità, forte e autonoma. I volumi che si staccano dal suolo sono infatti costruiti con vetri e acciaio inox trattati in modo tale da apparire esternamente come elementi unitari, monoliti dalle superfici a volte trasparenti e a volte riflettenti; superfici lisce che sembrano sfuggire alla percezione precisa dell’occhio umano in un continuo ibridarsi con il cielo ed il mare circostanti, in un gioco di infiniti riflessi. Ancora una volta un gioco di equilibri sfuggevoli e precari che si ricompongono quando si mette a fuoco la vera natura del nuovo Science Centre: una struttura che riesce a sfuggire dentro la percezione del paesaggio e contemporaneamente ad imporsi come un elemento impenetrabile e quasi alieno. Questa seconda dimensione di estraneità dell’edificio rispetto al contesto è sempre data dai materiali e dal loro utilizzo radicale ed innovativo; assieme a questa alterità, i nuovi volumi trasmettono un forte senso di protezione e di resistenza dagli elementi esterni, una impermeabilità agli elementi di disturbo e di trasformazione. Nelle superfici lucide, compatte, uniformi e semiriflettenti si manifesta in un solo momento una fusione con il paesaggio e la definizione di una identità propria capace di resistere al contesto e alle sue deformazioni.
Il nuovo museo è concepito come un edificio dell’estremo, un architettura di sopravvivenza “a prova di disastro” climatico, ambientale, sociale. In questo senso l’edificio riesce a parlare sia degli enormi problemi di trasformazione ambientale del nostro pianeta, sia della scienza come soluzione alle prove che ci aspettano -quali l’innalzamento del livello del mare dovuto al riscaldamento atmosferico, la fine delle energie fossili anche attraverso lo sviluppo di edifici energeticamente autosufficienti. L’edificio del Science Center sarà lui stesso un’esposizione delle costruzioni del fu- turo prendendo spunto da tutte le tecnologie usate dall’uomo per costruire in ambienti climaticamente estremi quali l’antartico, i deserti, lo spazio, i mari. Dal punto di vista energetico l’edificio utilizzerà tutte le risorse rinnovabili che si possono sfruttare in quell’area, agendo come una stazione di ricerca a dimostrazione delle numerose tecniche di produzione energetica a nostra disposizione.
Il nuovo Science Centre, già nella sua architettura, deve provocare una riflessione sulla fragilità del paesaggio naturale e sull’uso sostenibile delle risorse ambientali.
La struttura realizzata del Science Center sarà il primo e centrale oggetto di un ampio programma di riqualificazione del litorale Flegreo prospiciente l’isolotto di Nisida che si pone come principale obbiettivo l’apertura della costa e la restituzione ai cittadini del suolo pubblico oggi occupato da infrastrutture industriali da tempo abbandonate.
La piazza/spiaggia, cuore del progetto, sarà utilizzata infatti per accogliere manifestazioni, esposizioni, spettacoli, mercati e diventare un punto di ritrovo d’eccezione per Bagnoli e per Napoli con l’obiettivo di farne un’area a forte capacità di attrazione turistica, culturale e di sviluppo per l’industria innovativa. Oggi purtroppo la spiaggia è completamente inaccessibile a causa degli abusi edilizi e dei resti industriali. Attraverso il ripristino della linea della spiaggia com’era nell’epoca antecedente il periodo industriale, il nuovo museo diverrebbe il centro strategico della stazione balneare in continuità con le splendide coste di Posillipo e Pozzuoli.
La nuova spiaggia di Bagnoli costruita sulla zona ex industriale potrà diventare la stazione balneare più attrattiva dell’area, cambiando radicalmente l’immagine della città. Attraverso la pedonalizzazione di parte di via Coroglio si aumenterà il livello di connessione tra tutti gli edifici della Città della Scienza. Inoltre il sollevamento degli edifici del nuovo Museo della Scienza aiuterà a spostare la centralità dell’area verso l’interno attirando il pubblico dalla passeg- giata lungomare verso l’interno della Città della Scienza. Il Museo della Scienza diventerà così parte integrante e cuore della nuova stazione balneare di Bagnoli, con servizi connessi alla spiaggia e la possibilità di organizzare mostre anche all’aperto, collocate a contatto con il pubblico diret- tamente sul litorale o in acqua, con barche, sottomarini, tecnologie per la generazione energetica legate al mare e al vento.
Prendendo spunto dalla sua collocazione, il museo della scienza di Napoli potrebbe avere una forte caratterizzazione legata alle “scienze dei mari” e a tutte le tecnologie connesse.
Dal punto di vista funzionale, il Science Centre riprende parzialmente l’impianto della struttura andata perduta, re- cependo l’indicazione di arretrare di due campate per la collocazione dei nuovi spazi. L’accesso principale è posto a ridosso dell’edificio del teatro e sia apre sulla piazza della Ciminiera aperta sul lato a mare, incorniciata dai volumi sospesi e ritmata dalla presenza dei pilastri sopravvissuti all’incendio. Nella zona ingresso sono collocati gli spazi per la biglietteria, i servizi igienici, l’area informazioni e l’accesso alla grande area polivalente. Attorno a questo spazio centrale ruotano alcune attività accessorie, lo spazio shop, l’area buvette e sul fronte sud-est, l’area di deposito e di scarico e carico. Dall’interno di questi spazi si apriranno dei suggestivi scorci di vista, attraverso le vetrate specchianti e trasparenti, verso Posillipo, Nisida, il complesso dello Science Center e verso la nuova spiaggia e il mare.
L’esposizione permanente e i laboratori sono collocati al piano primo che è facilmente accessibile con le scale o con gli ascensori. Queste sale godranno di una vista meravigliosa verso il mare e verso le aree circostanti. Le aree all’aperto per i piccoli saranno collocate su delle terrazze esterne sopraelevate e adeguatamente protette. Le aree di servizio pubblico sono concepite in modo da poter servire i visitatori del museo, della città della scienza e anche il pubblico della passeggiata e della nuova spiaggia adiacente.
Nella struttura modulare possono essere facilmente integrati nuovi servizi che potranno in futuro rispondere ad un eventuale importante aumento di frequentazioni. L’area servizi, con la biglietteria, il caffè/ristorante e lo shop reste- ranno aperti anche oltre gli orari di chiusura del museo per rispondere a tutte le attività diurne e notturne nell’area. Il punto di controllo dell’accesso al museo sarà unico e grazie ad accessi indipendenti per ciascun macro blocco sarà possibile un uso flessibile e disgiunto delle diverse strutture.
Dal punto di vista energetico: i tetti a falde dei nuovi volumi soprelevati, che presentano le stesse sezioni del volume distrutto dal fuoco, saranno costituiti da pannelli riflettenti che integrano cellule fotovoltaiche. La facciata in vetro è progettata con una doppia pelle termoregolativa, determinando un incremento delle proprietà termiche della stessa . Per il guscio esterno, che costituisce la pelle dell’ambiente solare, è previsto l’utilizzo di un vetro per la protezione so- lare con un valore di g=0,3. Gli schermi solari riflettenti posizionati all’interno, con un k-valore di fc=0,7, rafforzano e completano le misure di protezione dell’ involucro esterno dal calore estivo. Le aree che ospitano le funzioni principali sono quelle più interne, circondate da un efficiente involucro termico interno. I vetri dell’involucro termico vengono predimensionati secondo un valore di Ug=0,7. La classe A secondo CasaClima è quella che ci permette di raggiungere il minimo dispendio energetico. Tutti i componenti e i materiali sono progettati in modo da ottenere un coefficiente di scambio termico molto basso. Nel lato interno dell’ambiente solare vengono montati dei collettori di calore, i quali assorbono energia termica dall’aria sia in inverno che in estate, energia immagazzinata in un buffer. La quantità di energia termica così accumulata copre gran parte del fabbisogno di acqua calda, e viene utilizzata anche per il riscal- damento. Il fabbisogno totale di energia può essere ricavato per la maggior parte da fonti energetiche rinnovabili.