BIVACCO FANTON
LA MONTAGNA, IL BIVACCO E UNA REGINA
…”In questa valle tutto è rimasto fermo nell’immobilità del tempo e immersi in un silenzio assoluto, sembra quasi di essere i primi uomini apparsi sulla terra. Solo la vista delle capre selvatiche che scappano spaventate,ci ricorda che siamo ancora in questo mondo. Può far paura questo viaggio che ti inghiotte e mette in disordine la tua vita,il tempo che restituisce valore allo spazio e questa solitudine, affollata solo dai tuoi pensieri. Davanti a noi, a fare da ponte fra cielo e terra, le montagne” … (Nives Meroi)
Ha scritto Erri De Luca che la montagna è una specie di materiale isolante; non è un campo giochi e non è lì per accoglierci. La montagna è un posto di confine, duro da abitare. Ci si passa da intrusi.La presenza umana è quasi zero e qui è possibile vedere il mondo com’era e come probabilmente tornerà ad essere.
In quota il paesaggio ha la bellezza dei luoghi incontaminati, della desolazione, dell’infinito.
Come tutti i luoghi misteriosi, anche queste montagne sono ricche di storie e leggende.Secondo una diceria popolare una regina attraversa e regna su queste montagne. Una volta l’anno, nel giorno del silenzio, tutto si ferma, non un distacco di neve dalla roccia, non una frana di ghiaccio, non una foglia si muove. In quel giorno Tanna (questo il nome della regina) va al palazzo del ghiaccio del Cimon del Froppa, vestita di nero indossando una corona con un diadema blu.In quelle ore gli uomini possono muoversi liberamente tra le montagne prive di pericoli. Passato quel giorno la natura torna selvaggia e aspra, le slavine e le frane rendono nuovamente le innevate Marmarole inospitali agli uomini. Per secoli queste terre sono rimaste isolate. E’ solo verso la fine dell’ottocento che sono iniziate le prime scalate. La prima ascensione nel gruppo delle Marmarole risale al 19 ottobre 1867.
La costruzione di un bivacco riporta il progetto ad una situazione primordiale. Le convenzioni ormai accettate perdono la loro validità e il progetto torna a indagare i bisogni primari. Quello che occorre è prima di tutto un riparo. Non servono attrezzature e grandi comodità. Basta ciò che è strettamente necessario.
Serve un ricovero per proteggersi e riposare.Tutto è dimensionato al fine di non sprecare nulla. Deve essere piccolo, compatto e funzionale. Uno spazio minimo in cui poter socializzare ma nel quale sia anche possibile isolarsi.E’ un avamposto di fronte ad un avversario infinitamente più forte.Le sue dimensioni sono incredibilmente piccole rispetto a quelle del paesaggio.
All’interno di una carta topografica apparirà come un piccolo punto nero. Eppure è fatto per restare e resistere. Un piccolo oggetto con una grande forza. Come un bunker deve proteggere ma deve anche proteggersi.
…”era un luogo incredibilmente splendido per costruire”… (Mies van der Rohe)