L’installazione indaga il rapporto contraddittorio dell’uomo con la natura; da un lato ne apprezza l’immensa ed infinita bellezza arrivando perfino ad idolatrarla, dall’altra ha sempre avuto la necessità di misurarla, catturarla o modificarla per soddisfare le proprie esigenze. Spesso purtroppo le necessità utilitaristiche dell’uomo hanno minato l’integrità della natura, senza averne davvero conscienza delle conseguenze.
Da queste considerazioni nasce la trappola per nuvole.
Le nuvole ed il cielo rappresentano nell’immaginario collettivo l’elemento naturale incommensurabile, continuamente variabile che diventa metafora dell’infinito; inafferrabile, incalcolabile e incomprensibile diventa spesso il più’ alto esempio della magia e della poesia insita nella natura.
Il cielo è l’elemento naturale che l’uomo ha sempre provato a conquistare e misurare senza mai riuscirci totalmente; è elemento che attraverso le sue manifestazioni ci ricorda che anche noi stessi facciamo parte del mondo naturale.
L’installazione attraverso la rappresentazione ironica di una utopica trappola per nuvole vorrebbe diventare la rappresentazione di questa dicotomia; una macchina che può’ solo far sognare senza esser realmente utile.
Il visitatore per un momento penserà che possa esistere una macchina per catturare le nuvole, pensando che, per l’ennesima volta, è superiore agli altri elementi naturali; ma comprendendone l’impossibilità rimarrà esclusivamente l’impressione che gli elementi naturali possono solo esser ammirarti e contemplati nella loro integrità.
Il sogno rimarrà un sogno
Si è scelto di utilizzare un tradizionale nassa in giunco per richiamare l’antico rapporto tra la vicina costa e l’uomo, rappresentando in questo modo il rapporto utilitaristico di sfruttamento della natura, mentre la scala in legno diventa la rappresentazione della impossibile ascesa dell’uomo verso i cieli.
The installation explores the contradictory relationship between human being and nature;
If humans always have been appreciating the immense and infinite beauty of nature, even reaching out to idolizing it , on the other hand mens ever had the need to measure it, capture it, or modify it to suit their needs. Often, unfortunately, the utilitarian needs of mankind have undermined the integrity of nature, without being aware of the consequences.
'Clouds Trap' emanates from these considerations.
Clouds and sky represent, in the collective imaginary, an immeasurable, natural element, constantly variable, that becomes a metaphor for infinity; intangible, immeasurable and incomprehensible, infinity often becomes the most important example of magic and poetry inherent in nature.
The sky is the natural element that mankind always tried to conquer and measure without ever succeed completely; it is an element, that through its manifestations, reminds us that we ourselves belong to the natural world.
Through an ironic representation of an utopian clouds trap, the installation would like to become the image of this dichotomy; a machine that only can make us dream without being really useful.
The visitor will thinking for a moment that there might be a machine to capture the cloud, once again imagining, he’s superior to natural elements; but comprehending its impossibility, the only real impression remaining will be that natural elements only can be only admired and contemplated.
We keep on dreaming.
We have chosen to use a traditional fish trap to retrieve the ancient relationship between men and the sea, thus representing the utilitarian relationship of exploitation of nature, while the wooden staircase becomes a staircase to heaven.