Abitare minimo nelle Alpi
Cellula abitativa minima, autonoma, reversibile, (bivacco)
Il progetto ha voluto rispondere, in prima istanza, alla necessità di ridurre all’essenza la forma dell’abitare interrogandosi sulle specifiche possibilità del vivere in ambienti estremi montani e sulle conseguenti soluzioni spaziali e tecnologiche che comporta la ricerca di elementarità (costruttiva ed abitativa).
Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di individuare una forma che rispondesse alla scelta di elementarità costruttiva capace, tuttavia, di intensificare le relazioni formali con l’eccezionalità del paesaggio d’alta quota con cui ogni bivacco è chiamato a confrontarsi.
Si è effettuata la scelta di una forma triangolare (forma geometrica staticamente stabile), reinterpretando il tema della capanna alpina, semplificando ulteriormente lo schema di partenza con la riduzione della falda ad un unico piano inclinato, in continuità con il terreno.
Questo ci ha permesso di diminuire l’ingombro e raggiungere la massima compattezza (entro i 40 mc previsti) proponendo una struttura economica da realizzare, con una notevole facilità d’uso e di manutenzione.
Questo schema, molto vicino come suggestione ai primitivi ripari sotto affioramenti rocciosi (i quali costituirono, verosimilmente, le prime installazioni dei pastori transumanti), ci ha dato una interessante chiave di lettura per indagare i rapporti tra il ricovero ed i paesaggi rupestri caratterizzanti le altitudini in cui viene ipotizzata l’istallazione.
Sotto questo aspetto si è scelta la strada dell’appartenenza alla “terra”, non nel senso di “mimesi” ma piuttosto di assonanza alle forme del paesaggio, allo spazio naturale, mantenendo comunque un “distacco” di tipo materico verso l’intorno.
Abbiamo cercato di lavorare dentro lo spazio del rifugio, “misurando” le azioni del vivere in ambienti d’alta quota, in situazioni in cui è richiesta sobrietà e responsabilità di condotta sia nei confronti dell’ambiente naturale sia nei confronti del gruppo con cui si è chiamati a condividere, seppure temporaneamente, un ambiente minimo.
Queste considerazioni ci hanno guidato nella costruzione dello spazio interno con l’obiettivo di sperimentare, nelle dimensioni ridotte, soluzioni in merito al rapporto interno-esterno, alla versatilità degli ambienti e dei componenti, e non ultimo alle scelte materiche.
Il bivacco è pensato per consentire la permanenza di sei persone, con la possibilità di ulteriori due posti letto aggiuntivi. L’ingresso al bivacco è consentito grazie ad una scaletta retrattile la quale introduce al bivacco tramite un doppio infisso. Si è scelto di caratterizzare il prospetto di ingresso con uno stacco materico rispetto al resto del volume. Per questa facciata si è scelto un rivestimento in tavolato di larice protetto su questo lato da un lieve aggetto della copertura.
All’interno l’ambiente cucina-dispensa è dotato di una piastra ad induzione e di un punto d’acqua collegato ad una cisterna di accumulo delle acque meteoriche.
Il tavolo per le attività (carteggio, cena, colazione) è incernierato a parete ed è completamente ribaltabile consentendo il posizionamento, al suo posto, di ulteriori due posti letto su tavolato con materassino.
Gli altri sei posti letto sfruttano la maggiore altezza del bivacco disponendosi in opposizioni ed impilandosi su due colonne con un soppalco.
L’aero-illuminazione naturale diretta è garantita tramite micro oblò fissi e mobili oltre ad una finestra verticale a tutta altezza. Inoltre la ventilazione anche notturna è ottenuta tramite bocchette di immissione ed espulsione.
Per perseguire l’autosufficienza energetica si è ricorso ad un differenziato utilizzo di fonti energetiche rinnovabili: il sole e il vento.
La scelta del mix di soluzioni eolico e fotovoltaico è stata determinata dai due scenari possibili: estate e inverno nonchè il relativo accumulo energetico derivante dagli eventi atmosferici.
L’impianto microeolico da 500 Wp è in grado di erogare ben 670 Ah alla settimana con un vento di soli 20 Km/h. Può funzionare in modo continuo ed in piena sicurezza anche con venti di tempesta arrivando a generare una corrente massima di 30 A a 24 V c.c.
L’approvvigionamento di energia elettrica sarà fornito da un impianto fotovoltaico stand-alone da 500 Wp e da un impianto microeolico da 500 Wp per un totale di 1000 Wp.
L’impianto fotovoltaico di 5 mq (con possibilità di incremento fino a 10 mq) è costituito da moduli fotovoltaici al silicio monocristallino, con esposizione ottimale a Sud, integrati nella copertura inclinata di 35°.
E' stato studiato un sistema di approvvigionamento di acqua da caduta (pioggia/neve), sia per uso cucina che potabile, con utilizzo razionato.
Grazie alla copertura inclinata infatti l’acqua da caduta viene convogliata in una gronda di raccolta e canalizzata ad un pozzetto di eliminazione acque di prima pioggia dimensionato
in base alla superficie del tetto. La sua posizione, insieme a quella della cisterna di accumulo, è nel vano tecnico affinchè siano entrambi non visibili e removibili.