Riqualificazione Piazza Duomo Reggio Calabria
Piazza Duomo, detta anticamente Tocco Grande, e gli spazi urbani ad essa connessi, costituiscono a tutti gli effetti il centro storico e simbolico della Città di Reggio Calabria.
L’occasione di un concorso finalizzato alla ristrutturazione e riqualificazione di questo invaso urbano permette di intervenire su uno spazio storicamente precostituito a forte valenza scenografica/architettonica, dove è presente un’accentuata differenza compositiva tra i piani di alzato e la sua planimetria.
Il perimetro si presenta con una forma pressoché quadrata, e la piazza si apre in fregio alla facciata della Cattedrale che sorge sul lato sud-orientale. I lati maggiori dello spazio in questione sono delimitati da via Tommaso Campanella e via San Francesco da Paola a sud-est, e dal corso Garibaldi a nord-ovest, mentre due vie adiacenti ai lati minori chiudono il percorso stradale.
L’orientamento ricalca la forma a maglia regolare dell’impianto del centro storico ed è in posizione obliqua rispetto ai punti cardina
In alzato si stagliano quattro quinte architettoniche:
• il profilo su via Tommaso Campanella con la facciata dell’auditorium San Paolo e quella della Cattedrale;
• il profilo su corso Garibaldi scandito da una serie di edifici neo-liberty;
• i due profili trasversali su cui affacciano due edifici, in posizione simmetrica, si relazionano con lo spazio antistante tramite un sistema porticato.
Una scalinata tripartita garantisce l’accesso alla Cattedrale alzando la quota di ingresso e creando un sagrato sul quale sono poste le statue dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Due spazi intermedi di filari alberati, nuvole verdi, rialzati su piani di calpestio, zattere pedestri, poste a fronte dei porticati e adiacenti alle vie laterali concludono il disegno dell’attuale piazza Duomo.
Le aree sotto alberate sono delimitate, sui lati da un piano d’asfalto adibito al transito e alla sosta veicolare, da due punti vendita per la carta stampata e un volume interrato destinato ai servizi igienici, attualmente dismessi. Le aree verdi, sopra descritte, sono costituite rispettivamente da alberature di dodici e undici piante per un totale di ventitre unità che rappresentano gli attuali punti di sosta e incontro. Inoltre la loro altezza copre quasi per intero i prospetti degli edifici porticati.
Attualmente lo spazio centrale asfaltato viene utilizzato in alcune occasioni per accogliere spettacoli musicali, funzioni religiose, eventi sportivi e dibattiti politici.
Il percorso progettuale si è composto attraverso la successione di concetti e proposte: essi testimoniano i punti di riflessione che i progettisti hanno seguito per arrivare alla definizione delle scelte architettoniche.
Nella città di Reggio Calabria ogni pensiero deve essere posto attraverso il confronto con il passato inteso come continuità critica, spezzata da eventi catastrofici quali sono stati i terremoti che più volte, puntuali e inesorabili, hanno distrutto ciò che l’uomo aveva costruito.
Allora la proposta progettuale che definisce gli elementi fondamentali del progetto e fornisce le basi per la realizzazione dello stesso nasce dall’osservazione del passato unita alla capacità d’interpretare il desiderio di contemporaneità a cui la città tende. La città si risolleva attraverso un guscio riverso, con la durezza di un carapace, che simula il verso di un cucchiaio capovolto.
I primi passi si muovono attraverso la citazione di Nathan Rogers, essa rappresenta la base del concept di progetto: «dal cucchiaio alla città», sta a significare appunto un approccio metodologico-progettuale di tipo illuminista (lo stesso che guidò i progettisti nel 1908, dopo la distruzione tellurica, per avviare la ricostruzione) un vincolo indissolubile tra architettura e design, che prevede la visione globale di tutte le componenti del vivere quotidiano.
In questo caso, che riguarda l’aspetto di uno spazio intermedio, paradigma del paesaggio in città, tra l’oggetto e il suo divenire, descritto da Gordon Cullen in "Townscape" nel 1961, lo slogan è diventato dal cucchiaio alla piazza! Essa viene interpretata alla stregua di un macro contenitore,
un luogo fatto non per contenere liquidi ma persone, un invaso che trattiene per osmosi la volumetria invisibile dell’edificio piazza.
Il gioco avviene attraverso i due portici laterali sulla piazza: è come un rimando di suoni e oggetti che balzano da una parte all’altra: così nascono le dune, piccoli cucchiai, per contenere la terra necessaria agli alberi e i tracciati mirabolanti della pavimentazione.
Gli elementi che risolvono lo spazio diventano funzionali e si basano sull’uso di linguaggi "rassicuranti" in cui ritrovare la componente storica nell’uso dei materiali lapidei unita a un’altrettanto incisiva valenza espressiva degli elementi di arredo, sistemi per esorcizzare la catastrofe e dare un vigoroso segno di desiderio di guardare al futuro e confrontarsi con le capitali europee.
Il “concept” non è mera astrazione ma diventa sostanza che caratterizza e rende gli spazi della piazza immediatamente riconoscibili.
Il risultato finale è raggiunto dall’insieme di competenze specifiche, quella artistica e quella tecnica: l’arte necessaria per introdurre una coscienza etica, indispensabile nell’operato dell’architetto, affiancata al metodo logico scientifico della tecnologia degli oggetti, indispensabile per le scelte di confort nella fruizione dello spazio pubblico.
Il principio progettuale si basa sulla scelta di dare alla piazza la funzionalità di luogo d’incontro e di sosta, destinando l’area in questione ad un unico e continuo spazio teatrale.
La piazza sarà esclusa dal traffico veicolare per consentire un uso conforme ad uno spazio pubblico, come luogo d’incontro. La viabilità sarà consentita a un uso di emergenza e per attività di pubblica sicurezza.
Le attuali percorrenze non saranno modificate sostanzialmente, ma avranno il seguente ordine:
- per chi proviene da via San Francesco da Paola o da via Crocifisso, non è previsto l’attraversamento della piazza.
- il collegamento con corso Vittorio Emanuele III sarà garantito percorrendo il tragitto di via Campanella e proseguendo per via Valentino.
- per chi percorre corso Garibaldi, in direzione piazza Duomo, è previsto l’inversione del senso di marcia in via Tommasini, per garantire l’immediato collegamento con via Vittorio Emanuele III.
- l’attuale inizio dell’area pedonale, posta nella parte nord-est dell’angolo di corso Garibaldi, in prossimità di via Cavour, è previsto nella parte sud-ovest dell’angolo tra corso Garibaldi e via Tommasini. Per riassumere:
- verrà invertito il senso di marcia di via Tommasini.
- spostato l’inizio dell’area pedonale su corso Garibaldi.
- non sarà più possibile percorrere via Gullì da piazza Duomo, verso mare.
- per chi percorre via San Francesco, o via Crocefisso, il collegamento utile con corso Vittorio Emanuele III sarà garantito dalla via Valentino.
PROPOSTA PROGETTUALE COL MANTENIMENTO DEL SISTEMA DELLE ALBERATURE
La piazza è definita dal percorso parallelo all’asse urbano dello Stradone, generando una relazione tra le sponde porticate, in simmetria speculare, in cui le facciate riflettono un’apertura di slittamento con forma analoga.
Il tracciato pavimentale rappresenta un andirivieni modellato per fasce sinuose e ad intreccio che seguono un percorso longilineo che va da portico a portico. La superficie viene articolata con un sistema di gibbose escrescenze e un sistema di sedute anulari, il cui interno a prato è posto a raso, entrambi i sistemi includono la presenza delle piantumazioni arboree.
Lo spazio acquisito acquista volume a forma dunale, realizzato con le geogriglie a protezione delle radici. Il piano di calpestio dello spazio pubblico non intercetta la viabilità esistente del corso Garibaldi.
Il piano di quota pedonale si rapporta con la superficie dell’attuale manto stradale e, sul fronte della Cattedrale, aggiunge alcuni elementi di configurazione grafica per un visual-design.
La tricromia dello spazio pubblico avrà una colorazione che si pone come una variante di materiali presenti nell’Area dello Stretto. La gerarchia dei toni ha delle peculiarità di riordino grafico, che comprende delle fasce aperte di color chiaro, delle fasce chiuse di color medio e l’assialità trasversale è rappresentata da un’insieme di polka dots, tondi a dimensione variabile.
Il limite d’interdizione con la piazza è garantito da alcuni dissuasori in sequenza che, come nella visione di un panormus siciliano di Italo Rota, interrompono la percorribilità meccanizzata.
L’illuminazione prevede una triade di lampade a palo pluricromatiche, muniti di pannelli fotovoltaici, con valori luminosi differenziati su tre diverse quote altimetriche, mentre alcuni elementi luminosi per la valorizzazione del verde sono poste, in affioramento, tra le radici degli alberi.
I punti sosta presentano una celata illuminazione continua di forma anulare lungo le sedute.
Alcuni elementi radenti sono posti a filo del piano pedestre e segnali puntiformi sono connettivi d’illuminazione puntuale nei dissuasori stradali.
La tecnologia dei corpi luminosi sarà di tipo strip-led, a basso consumo energetico, ad eccezione dei terra d’incasso a ioduri metallici, mentre è prevista una illuminazione d’accento per le facciate, Il sottoportico e le alberature.
PROPOSTA PROGETTUALE CON LA MODIFICA PARZIALE DEL SISTEMA DELLE ALBERATURE
La soluzione prevede l’eliminazione parziale del sistema di alberature esistenti, mantenendo un filare alberato, come margine estremo, che annulla l’effetto di riflusso tra facciate omologhe, e consegnando la partizione arborea alle sembianze di una nuvola verde.
La piazza è definita dal percorso parallelo all’asse urbano dello Stradone, generando una relazione tra le sponde porticate, in simmetria speculare, in cui le facciate riflettono un’apertura di slittamento con forma analoga.
Il tracciato pavimentale rappresenta un andirivieni modellato per fasce sinuose e ad intreccio che seguono un percorso longilineo che va da portico a portico.
La permanenza di una parte alberata, posta sul quarto filare, prevede la base di un insieme riverso con forma a cucchiaio, a modo di guscio rovescio, come contenitore provvisto di un nucleo cavo per la giacitura di sedime vegetale.
L’invaso degli alberi è di forma dunale, realizzato con le geogriglie a protezione delle radici.
I percorsi porticati, non di progetto, con tono effimero, possono includere piani di calpestio con motivi differenziati, decori e ornamenti con un disegno a barre, sul versante sud-ovest, e a pois, sul versante nord-est, che in relazione opposta caratterizzano le matrici visuali di opposte angolature.
Il piano di calpestio dello spazio pubblico non intercede con la viabilità esistente del corso Garibaldi.
Il piano di quota pedonale si rapporta con la superficie dell’attuale manto stradale e, sul fronte della Cattedrale, aggiunge alcuni elementi di configurazione grafica per un urban-design.
La policromia dello spazio pubblico avrà una colorazione che si pone come una variante di materiali presenti nell’Area dello Stretto. La gerarchia dei toni ha delle peculiarità di riordino grafico, che comprende delle fasce aperte di color chiaro, delle fasce chiuse di color medio e l’assialità trasversale è rappresentata da un’insieme di polka dots, tondi a dimensione variabile.
Il limite d’interdizione con la piazza è garantito da alcuni dissuasori in sequenza che, come nella visione di un panormus siciliano di Italo Rota, interrompono la percorribilità meccanizzata.
L’illuminazione prevede una triade di lampade a palo pluricromatiche, muniti di pannelli fotovoltaici, con valori luminosi differenziati su tre diverse quote altimetriche, mentre alcuni elementi luminosi per la valorizzazione del verde sono poste, in affioramento, tra le radici degli alberi. I punti sosta presentano una celata illuminazione continua di forma anulare lungo le sedute.
Alcuni elementi radenti sono posti a filo del piano pedestre e segnali puntiformi sono connettivi d’illuminazione puntuale nei dissuasori stradali.
La tecnologia dei corpi luminosi sarà di tipo strip-led, a basso consumo energetico, ad eccezione dei terra d’incasso a ioduri metallici, mentre è prevista una illuminazione d’accento per le facciate, Il sottoportico e le alberature.