Concorso di progettazione per la ristrutturazione e la riqualificazione di Piazza Duomo a Reggio Calabria
5° posto.
Piazza Duomo e il sistema urbano di Reggio Calabria
Il Piano De Nava della ricostruzione dopo il terremoto del 1908, individuava nella linea di corso Garibaldi l’asse urbano strutturante del disegno della città. Su di esso si affacciano le principali istituzioni pubbliche che interrompono, attraverso gerarchie architettoniche specifiche, il continuum edilizio degli isolati privati. Insieme alle quinte architettoniche i circa tre Km di corso sono misurati da una sequenza di vuoti urbani che costituiscono le piazze principali della città: piazza Garibaldi, piazza Duomo, piazza Camagna, piazza De Nava, Piazza del Popolo. La loro funzione si è storicamente consolidata in diverse destinazioni: da quella di scambio presso la stazione centrale, a quella del mercato, a quella di sosta pedonale.
Piazza Duomo in questo quadro nasce come lo spazio “religioso” di pertinenza al Duomo della città. La sua giacitura segue infatti la nuova collocazione del Duomo, delocalizzato dopo il terremoto del 1908. Non senza contraddizione, il confronto sulla ricostruzione, infatti, ha portato alla sostituzione e ricostruzione totale del Duomo, stravolgendone la giacitura storica, ancora leggibile nell’attuale maglia urbana con un ‘frammento’ di via Castello. La scelta è stata quella di agganciare il polo religioso e lo spazio antistante all’asse del corso in sintonia con il sistema a scacchiera.
La scala dilatata dello spazio vuoto, nonché la condizione di nodo viario strategico tra la via Marina e la parte alta della città, hanno causato una condizione di progetto interrotto e irrisolto, in attesa di una vera sistemazione architettonica e urbana.
Lo stesso dibattito della ricostruzione che insieme a De Nava, vede impegnati importanti protagonisti del dibattito architettonico nazionale come Piacentini e Basile, ne è testimonianza.( si veda L’eco di Reggio, 1912).
Di quel dibattito rimangono importanti testimonianze anche costruite come l’idea di realizzare le due facciate porticate laterali, in continuità con la tradizione delle più importanti piazze italiane.
Per il resto il suolo non viene sottoposto ad alcun intervento, presentandosi come un vuoto privo di connotati architettonici e destinato a spazio funzionale per parcheggi. I due ‘cuscinetti’ naturali di ficus, restringono lo spazio delimitando spazi in ombra.
Complessivamente vi è una condizione di frammentazione di elementi e di volumi poco organici ad un’idea spaziale precisa, incapaci di creare un luogo qualitativo, deputato ad assumere il ruolo di rappresentatività del cuore della città. I portici, gli alberi, la facciata monumentale del Duomo, il suolo informe e usato come dilatazione del sistema viario, non costituiscono un ‘luogo’identitario, così come nelle intenzioni del Piano De Nava.