Riqualificazione ambientale e paesaggistica dell'area delle sorgenti del Piave
La proposta di riqualificazione ambientale e paesaggistica dell’area delle sorgenti del Piave pone come sfondo la natura e i suoi fenomeni, ci troviamo alle pendici del Peralba, in un prato alto tra la prima fascia di conifere e la torbiera nella quale crescono prati colorati ed erbe rare. In questo luogo le nuvole e la nebbia dominano l’atmosfera evocando il ciclo idrologico che, come noto, si riferisce ai diversi stati fisici dell’acqua, solido, liquido e gassoso.
Sulla base di questa elementare esperienza didattica, la proposta tenta di costruire già dal parcheggio a valle alcune riflessioni, la trasformazione in energia elettrica del calore prodotto per irraggiamento delle piastre in corten utilizzate per gli stalli, e, per scambio termico presso le cavità di drenaggio, la trasformazione dell’acqua in vapore, ad avvolgere e quasi dissolvere la presenza delle auto in sosta. La porta delle sorgenti, un totem metallico verticale, scorre meccanicamente dal fianco della strada a inibire parzialmente l’accesso automobilistico; al contempo il totem in corten indica simbolicamente la mappa del luogo, la sua condizione orografica.
Dopo la porta, la vecchia strada diviene sentiero pavimentato con materiali ecologici mescolati a frammenti di roccia dolomitica del sito. Gli attraversamenti dei rii provenienti dal sovrastante Peralba sono trattati ancora con il medesimo metallo, il corten microforato con dimensioni variabili ad evocare il verso di scorrimento dell’acqua. Per la natura del materiale metallico, gli effetti sonori del passaggio dell’acqua nei ruscelli e del passaggio dei pedoni nel sentiero, vengono esaltatati a segnalare gli eventi.
Un ulteriore sentiero proveniente da nord confluisce verso il parcheggio a valle, dirigendosi verso ovest lungo la terrazza delle sorgenti. Il nuovo sentiero nel bosco tenta di appoggiarsi su poche isoipse, in modo da ridurre al minimo i movimenti di terreno e da poter essere agevolmente percorso anche da parte di anziani e bambini; conclude infine la sua escursione presso il rifugio, riconnettendosi con la strada aperta ai soli mezzi di emergenza e a quelli autorizzati al trasporto di persone diversamente abili.
Dalla vecchia strada si staccano osservatori per la contemplazione del paesaggio in direzioni multiple. Il primo, subito dopo la porta, guarda ad ovest, dove il neonato ruscello Piave scorrelento e incerto, ma anche verso sud, dove il rio prende velocità per la maggiore pendenza e si allarga per effetto dei primi affluenti dal monte e dalla torbiera. Un secondo osservatorio, a metà del percorso, connette il sentiero alto e la strada, spingendosi in fondo all’alveo del ruscello Piave e costeggiando un altro rio proveniente dal monte. Anche in questo caso la visione è multipla: verso est, sul ruscello Piave; verso sud, sulla torbiera al di là dei prati. Un ultimo osservatorio si trova ad ovest, quasi un avamposto del rifugio, al fine di consentire al visitatore di ricostruire visivamente le geografia appena percorsa.
La riqualificazione dell’ambito preciso della sorgente, attualmente attrezzato con alcuni manufatti ed un rifugio, volge verso una naturalizzazione dell’intera area specifica al fine di risarcire i suoli dei loro substrati originari, in parte torbiera e in parte affioramento sorgentizio. Il nuovo centro di accoglienza è una struttura ipogea ricavata per ampliamento del seminterrato del demolendo rifugio e volumetricamente si adagia sul declivio esistente riducendo al minimo l’impatto con il profilo naturale esistente. Il lato meridionale della copertura si allunga a formare un parapetto della terrazza sud, superficie terminale esterna del percorso alle sorgenti.
Al nuovo volume ipogeo, che all’interno si sviluppa a terrazze sagomate sul profilo naturale della pendenza del terreno, si accede da sud lungo un percorso ai piedi del declivio. L’ingresso conduce ad un’area leggermente incassata rispetto al suolo esterno, il punto informazioni e servizi, dove una finestra a nastro consente di immergersi visivamente e quasi fisicamente nello spazio rinaturalizzato. Da un sistema digitale incorporato nel desk di fronte alla finestra è possibile acquisire informazioni sulle sorgenti, sui sentieri e sulla storia dei luoghi, e costruire in forma interattiva ipotesi di escursione basate sulla qualità dei fenomeni e sulla natura floreale e faunistica dei luoghi. In uno spazio rialzato trova posto il servizio di ristorazione e bar che affaccia sul sottostante punto informazioni.
Sul tetto inclinato una grande finestra si apre verso il Peralba, quasi a ricordare la relazione con la sorgente. La planimetria del nuovo centro di accoglienza deriva pertanto dalla forma del declivio naturale esistente che assume qui l’aspetto di una freccia, come ad indicare il punto preciso della sorgente.