London Aldgate_Landmark
LONDON ALDGATE _ LANDMARK
Il concept ideativo scaturisce dall’osservazione di due aspetti ritenuti fondamentali.
Il primo aspetto si origina dalla riflessione su come la città interagisce con l’uomo nell’uso dei modi di vivere lo spazio pubblico. Le società cambiano rapidamente e con esse anche l’uso dei loro spazi pubblici.
Situazioni emergenti come quella descritta nel comportamento dello “sciame”, dal sociologo e filosofo Bauman, fanno immediatamente pensare ad un uso differente degli spazi della città in cui “l’affidabilità e la regolarità delle azioni individuali può essere ottenuta tranquillamente senza bisogno di disciplina, coercizione e sorveglianza” .
Nel rapporto tra il singolo individuo e la massa si sono instaurati nuovi processi di socializzazione. In un visione in cui le forme di espressione culturali tutte, possono fungere da traino per la rivitalizzazione degli spazi pubblici, il landmark di Aldgate si propone, non solo come un punto di riferimento iconografico per la città, ma anche come contenitore in grado di ospitare attività sia libere che organizzate, sia dinamiche che statiche, tutte promosse al fine di permettere nuove esperienze di vita della città.
Ne deriva che il nuovo landmark proposto, non è né un’architettura nel senso stretto, né un oggetto di design, bensì un contenitore di spazi aperti caratterizzati da opportunità percettive differenti da quelle che avvengono al piano strada. SI presenta come una struttura in grado di supportare/sostenere nuove esperienze d’uso dello spazio pubblico, sia in relazione al contesto circostante (dal landmark verso la città) sia come fulcro di questo luogo (dalla città verso il landmark); uno strumento per la messa in scena della vita (si pensi al motto del teatro Shakespeare).
Il secondo aspetto, riguarda le potenzialità dell’oggetto architettonico richiesto: rappresentatività, temporaneità, flessibilità d’uso e funzionale, economicità.
La rappresentatività del landmark è stata tradotta in verticalità, mediante la sovrapposizione di 6 elementi scatolari metallici impilati a costituire un “faro” nella città. In una visione di mutevole provvisorietà il landmark è stato pensato come un sistema costruito per componenti in grado di essere facilmente assemblato e al contempo smontato.
Tale accorgimento costruttivo permette al landmark di assumere anche differenti configurazioni spaziali, capaci di soddisfare sia il principio di flessibilità d’uso che quello funzionale. La sua realizzazione mediante processi di standardizzazione (prefabbricazione metallica) ne rende possibile anche la sua fattibilità economica secondo il budget previsto.
Le singole parti definiscono il tutto, in cui la valenza estetica è ottenuta mediante la vibrante proprietà cromatica della luce nei singoli elementi (i colori degli anelli olimpici: rosso, giallo, verde, blu e nero).