Cappella Funebre di famiglia
“Nostra sorella morte” la chiamava San Francesco.
La morte, triste e inevitabile conclusione di ogni vita sulla terra, quando il cuore cessa di battere e gli occhi si chiudono bisogna credere “che la morte non ci divide”, a tal proposito J. Folliet dice “ dopo la morte non c’è ancora morte ma la vita”.
I concetti di drammaticità, tranquillità e serenità che il manufatto deve trasmettere.
La costruzione insiste in un lotto di mt. 3,50 x 3,50 nel cimitero del Comune di Ramacca, l’idea del progetto nasce nel poter unire i tre concetti esposti e tradurli in materia:
tranquillità una superficie in pietra lavica che diventa pavimento e parete, dove nella parete sarà collocato l’altare, punto di raccoglimento per le preghiere rivolte al cielo;
drammaticità, il volume a L rivestito in pietra chiara, come la candida anima dei cari defunti, si distribuisce in due lati;
serenità, una superficie che avvolge l’intero manufatto, dove nel lato dell’ingresso è impresso il simbolo della costellazione dei gemelli, che è il segno zodiacale del defunto padre dei committenti.
Il pavimento in pietra lavica è pensato staccato dai loculi, tramite un taglio nel pavimento, quasi a segnare un confine tra la vita terrena e l’aldilà. I fori nella parete sopra l’ingresso, ed altri creati alla base, hanno la funzione di creare un ricircolo d’aria all’interno della cappella nei giorni estivi.