Ai piedi di Serravalle Pistoiese, un piccolo borgo medievale a ovest di Pistoia, il volume di un vecchio edificio degli anni '50 viene radicalmente ristrutturato per essere di nuovo consacrato alla sua originaria vocazione: il tennis. La forma esterna dell'edificio deriva dalla ripulitura dell’insolito profilo dei corpi preesistenti continuamente trasformati nel corso degli anni e di cui era obbligatorio mantenere la cubatura complessiva. La movimentata topografia locale è stata utilizzata per sviluppare il progetto di un'architettura longitudinale, che si sfrangia e si dilata alle estremità per essere, verso nord, parzialmente inghiottita dalla pendenza del terreno. Prima della ristrutturazione, il fabbricato si trovava in uno stato di profonda desolazione. Si sfrutta questa situazione per svuotare completamente l‘edificio all’interno e per operare una radicale riorganizzazione funzionale. Nella nuova architettura si collocano ad ovest la zona destinata a spogliatoi, docce, sauna e locale soci, mentre nell’ala orientale completamente fuori terra è localizzato il bar-caffetteria, nucleo del racconto, da due lati circondato da spazi accessori distribuiti in una successione continua di ambienti: deposito, corridoio con spogliatoio per il personale, cucina e relativi servizi, e dagli altri affacciato verso i campi con grandi aperture che, incorniciando il paesaggio, consentono varie prospettive. Il progetto sorge al margine nord-ovest di un terreno di 3.500 mq nelle immediate vicinanze di un piccolo lago e si distingue dal contesto naturale circostante alquanto eterogeneo per la purezza e la rigorosa geometria delle sue forme. I severi corpi di fabbrica principali sono articolati sui lati da alcuni elementi più piccoli e leggermente inclinati contenenti locali tecnici: tutto questo genera un fronte continuo e irregolare, come un nastro perimetrale di facciata che diviene parapetto della soprastante terrazza-solarium. I muri vengono realizzati con un sistema a cappotto termoisolante composito e intonaco colorato a granulometria fine, che riprende i toni della pietra degli edifici storici vicini. Verso il pendio collinare, il volume parallelepipedo si immerge nell’orografia del territorio, creando la copertura-terrazza in legno di pino che sfuma con un prato saldandosi ai terrazzamenti, mentre si apre verso sud-ovest spalancando la vista verso i campi da gioco e la valle, anfiteatro naturale dominato dalle torri sul crinale del paese. La planimetria nasce dall'unione longitudinale di due rettangoli, memoria dei fabbricati esistenti, che lievemente sfalsati e articolati alle loro estremità, sembrano incastonarsi ed abbracciare il pendio con i due nuovi muri perimetrali di contenimento: verso la collina terrazzata con muri a secco che ospita ulivi e alberi da frutta da un lato, con un muro di confine che cinge la proprietà dall'altro. Verso sud la pavimentazione esterna in calcestruzzo lascia spazio ad un'ampia area a ghiaia con alti abeti rossi, belvedere verso il gioco sui campi. La linearità del concetto spaziale si ripercuote su una progettazione esecutiva caratterizzata da dettagli architettonici semplici ed essenziali. Una riduzione intenzionale a pochi elementi e materiali si rispecchia anche in facciata: rare aperture con serramenti in alluminio interrompono le monolitiche pareti esterne. Una realtà minima di materiali esalta la purezza della forma: le grandi lastre in ceramica grigia, che come in un blocco scavato, rivestono tutte le superfici, i dettagli in acciaio satinato e gli arredi in rovere chiaro donano all'interno la plasticità delle forme architettoniche; mentre all'esterno l'intonaco grigio, l'alluminio argento, la pietra serena e il calcestruzzo sembrano danzare con il legno di pino della terrazza creando un insieme capace di suscitare un tempo nascosto. L’intonaco lievemente ruvido conferisce alle pareti esterne una superficie materica particolarmente espressiva e mutevole al contatto con la luce, in grado di enfatizzare la pura geometria del volume e contrastare all’interno della caffetteria con la neutralità delle superfici bianche interrotte solo dai telai delle porte a filo parete, dagli infissi in alluminio e dal grande bancone in acciaio lucido. Distribuita su un unico livello e caratterizzata dall’uniformità dei suoi fronti, che conferiscono ai volumi un’immagine arcaica quasi scultorea, la nuova architettura è tagliata e sfrangiata a creare diversi spazi aperti, calibrati e affacciati su varie funzioni. Il carattere scultoreo dell’edificio viene sottolineato e ampliato dal massivo effetto delle pavimentazioni esterne realizzate in calcestruzzo industriale pigmentato grigio che forma un tutt'uno con le facciate esaltando la sensazione di massa scolpita, come fuoriuscita dalla terra rossa.