Palestra Villadose
La struttura polifunzionale per Villadose interpreta il valore del recinto come dispositivo di “perimetrazione” e di creazione di una condizione di “dentro” e “fuori”, rileggendo la tipologia della villa romana e della sua tripartizione. La condizione di margine in cui si trova l’area di progetto, chiusa a sud da una lottizzazione residenziale e aperta a nord verso la centuriazione romana e la vastità del paesaggio agricolo, determina una necessaria articolazione degli spazi aperti in relazione al costruito. Invece di appoggiare l’edificio al suolo inerme, si è deciso di recintare l’area di progetto: si vuole così creare un paesaggio “altro”, che partecipa alla bellezza del Polesine per contrasto e differenza e media la relazione con l’area abitata. Un recinto che “cinge” nel senso latino di “legare” le funzioni e gli usi che include. Il “dentro” rappresenta il segreto da custodire, lo spazio intimo di più comunità che si ritrovano non soltanto per il tempo libero ma anche per vivere ciò’ che è “fuori”. Un “fuori” che determina l’orientamento dei volumi principali e delle grandi aperture che funzionano come grandi dispositivi per cogliere l’essenza del paesaggio circostante, in una condizione di distacco e sospensione determinata dal cambiamento di quota e di sezione. L’edifico può essere facilmente narrato attraverso 4 figure base, inscindibili ma di grande leggibilità. Il basamento, la palestra, il centro civico, il giardino all’italiana.