Il luogo dove è stato concepito questo allestimento temporaneo che doveva servire per presentare il lavoro di “Fucina metal art”, si trova presso un vecchio opificio della Brianza lecchese riadattato per l’occasione di una breve mostra.
La progettazione dello spazio, un quadrato di sei metri per sei, che conserva i caratteri tipici dei laboratori artigianali tessili che erano molto diffusi in questa zona, ha giocato sul rapporto fra la natura dell’involucro ed il carattere del materiale esposto.
I pezzi in mostra, che fanno parte di una collezione di arredi, oggetti e sculture che spaziano dalla produzione del “pezzo unico”, alla serie limitata fino a produzioni più seriali, e che sono frutto di una capacità creativa espressione di un artigianato inteso come possibile campo sperimentale, in questo allestimento dialogano con la matericità dei muri, l’essenzialità della perlinatura del controsoffitto che asseconda il disegno delle capriatelle di copertura, il disegno antico e grezzo dei serramenti in ferro.
Ci è sembrato interessante ricreare, dentro a questo micro paesaggio di architettura industriale, una serie di ambienti del nostro lavoro, dove il saper pensare l’architettura si coniuga con il saper fare il prodotto artigianale.
I materiali introdotti nell’allestimento, che fanno da supporto ai pezzi esposti, sono solo due e fungono da elementi ordinatori del piccolo spazio quadro.
La pavimentazione in OSB naturale è disegnata con una griglia fatta di linee intersecanti in piatti di ferro crudo che definiscono gli ambiti e le giaciture, assecondando la modularità delle librerie e dei banconi.
I pannelli divisori sono in teli appesi di acciaio inox a maglia rettangolare e creano ambienti dedicati, animati da credenze, basi distorte e supportano illustrazioni che rimandano al mondo dell’architettura.
La costruzione di manufatti di alto profilo qualitativo, che si serve di un’accurata manualità supportata da innovazione tecnologica, impiega materiali che sono prevalentemente metalli, a volte traforati, a volte trattati con particolari finiture che sperimentano l’applicazione di resine metalliche e siliconiche, ossidazioni e trattamenti con acidi, e dove l’incidenza della luce naturale su superfici accartocciate e lucidate, crea effetti di vibrazione particolari e affascinanti. I metalli si combinano poi con altri materiali, come bambù, osb, pietra, tessuto.
Il disegno delle librerie, della mono-piantana e del banco di lavoro, che costituiscono un sistema versatile e modulabile con una matrice che permette infinite combinazioni, traccia un percorso che corre tra tradizione e contemporaneo.