TAMOTSU TESHIMA. JAPAN
ARD DE VRIES. NETHERLANDS
PAUL DILLON. IRELAND
RCR. SPAIN
JEAN MARC CHANCEL. FRANCE
rem koolhaas. NETHERLANDS
JOHN HEJDUK. USA
BEDAUX DE BROUWER. NETHERLANDS
CHIBA MANABU. JAPAN
ANDREA CARMIGNOLA, JANKO MAURI. ITALY
GARDINI GIBERTINI ARCHITETTI. ITALY
MARCANTE-TESTA. ITALY
GIORGIO GRASSI. Italy


COMMENTO IN MARGINE AD UN PROGETTO PER ATENE - 1996  


Mentre sto cercando di venire a capo del mio primo progetto greco, un progetto per Atene molto difficile, l'amico Costantino Patestos mi chiede di scrivere una breve premessa all'antologia di miei scritti da lui curata e tradotta in greco. E io, in questo momento, non posso far altro che partire da questo lavoro, che è sì un lavoro come gli altri ma nello stesso tempo così diverso e nuovo per me, per cercare di dire quello che in ogni caso non avrebbe molto senso scrivere nella relazione tecnica di un progetto.

Un lavoro che mi costringe a riflettere, come non avevo mai fatto prima, sull'architettura classica, sulla città greca antica, su Atene, come se fossero dei fatti pratici, come sono stati e come sono in realtà, ma non per me almeno fino a oggi. Come fatti pratici su cui fare delle considerazioni di tipo operativo, prendere posizione, prendere delle decisioni, ecc..

Un lavoro che mi costringe a vedere il Dypilon e l'Accademia, ma anche la Pnice o il teatro di Dioniso ad esempio, come risposte a problemi pratici fra loro correlate, prima che come luoghi che sono oggi per noi anzitutto un enorme deposito di idee e valori. Un lavoro che mi costringe, per estensione, a vedere il tempio greco per antonomasia, il Partenone, come un fatto tecnico/pratico fra gli altri.

Un bel cambiamento rispetto al modo in cui ho guardato queste cose fino ad oggi.

Il mio rapporto con l'architettura greca è sempre stato un rapporto difficile, ancora adesso faccio fatica a riconoscervi una qualche relazione col mio lavoro, ma senza alternative finora.  

CONTINUA...